Con la serie Quest, Ibanez lancia la sua nuova idea di chitarra elettrica senza paletta, ma non lo fa adattando modelli esistenti al design headless, bensì progettando uno strumento completamente nuovo
Grazie ai nuovi sviluppi tecnologici, all’importanza di nuovi stili e tecniche esecutive, e al desiderio dei musicisti di strumenti più leggeri e facilmente trasportabili, le attuali chitarre headless si sono evolute sensibilmente rispetto ai modelli del passato. Nonostante tutti i miglioramenti presenti sugli strumenti moderni, Ibanez ha come sempre sentito l’esigenza e visto la possibilità di spingersi oltre i confini conosciuti, nel momento in cui ha svolto il processo di ricerca e sviluppo delle sue prime chitarre headless della storia. Questa visione ha dato vita alla serie Q (Quest). La serie Quest rappresenta un concetto completamente nuovo per il marchio. La sfida in questo caso non consiste nell’adattare modelli esistenti al design headless, bensì nello sviluppare uno strumento completamente originale da zero. Il body degli strumenti della serie Q è molto snello, evidentemente ergonomico e proporzionato, con una varietà di finiture molto interessante nonostante al momento siano in totale 7 gli strumenti a catalogo.
La serie Q introduce una serie di elementi che mirano a massimizzare il suono, la facilità di esecuzione e la comodità. Tutto ciò si realizza grazie ai pick-up R1 single coil e Q58 humbucker, ai nuovi ponti Mono-Tune e a un nuovo blocca-corde brevettato. La sotto-serie QX presenta anche l’innovativa scelta di inclinare i tasti di 8 gradi, migliorando ulteriormente l’ergonomia per adattarsi ai chitarristi più tecnici. Questa serie offre dei modelli con caratteristiche così diverse e versatili da poter attrarre non solo i chitarristi più moderni e tecnici (come Ichika Nito che ha firmato il modello ICHI10), ma anche chi non ha mai considerato uno strumento headless prima d’ora in quanto le possibilità timbriche di queste chitarre sono davvero infinite.
La leggerezza di questi strumenti (mediamente il peso è poco più di 2 kg) li rende comodissimi da suonare sia in piedi che seduti, oltre a permettere di portarli con sé ovunque agevolmente. Le chitarre della serie Q sono realizzate nella fabbrica Ibanez in cui prende vita tutta la serie Premium, perciò offrono caratteristiche professionali in un range di prezzo intermedio finora non coperto nel mercato delle headless.
Come lavora una chitarra headless
Nel corso degli anni Ottanta l’ingresso nel mondo digitale ha stimolato anche la trasformazione degli strumenti tradizionali. Con l’arrivo dei sintetizzatori e delle batterie elettroniche anche gli strumenti a corda sono stati oggetto di restyling estetici e funzionali. Uno di questi è stato la rimozione della paletta dal manico delle chitarre elettriche e dei bassi elettrici. È stato Ned Steinberger a raggiungere per primo il successo con la soluzione headless applicata sul basso L2 da lui progettato per Stuart Spector e, poco dopo, con i modelli realizzati sotto il suo nome. Da allora gli strumenti headless hanno sempre attirato l’interesse dei bassisti, ma soprattutto dei chitarristi per diverse ragioni.
La prima è la tenuta dell’accordatura. Nella chitarra (o basso) senza paletta le meccaniche che controllano l’accordatura di ogni singola corda si trovano all’estremità opposta dello strumento. Le corde vengono bloccate al capotasto mentre tutto l’hardware viene fissato in un’unica posizione dopo il ponte, di conseguenza viene eliminato l’angolo che si crea sulle corde nel tratto tra il capotasto e la meccanica tradizionale, area incriminata quando si parla di accordatura imprecisa.
Certo, la tradizionale accordatura con la mano sinistra sulla chiavetta mentre la destra suona la corda da accordare, non è più possibile, ma è la gestione tra le braccia di tutto lo strumento che cambia, grazie anche al fatto che una chitarra headless risulta più bilanciata, senza il peso spostato sul corpo o sulla paletta come accade in molti strumenti tradizionali. L’assenza della paletta significa anche riduzione della lunghezza e maggior trasportabilità dello strumento. Dal punto di vista sonoro, headless significa invece assenza di risonanze simpatetiche delle corde sulla paletta, con il risultato di ottenere un suono molto più definito senza perdita di sustain.
Guarda il video e scopri di più sulla Serie Quest di Ibanez: