Il bello degli artisti affermati più curiosi è che sono in grado di sorprenderti con le loro svolte artistiche imprevedibili. Quando Pat Metheny, chitarrista americano convenzionalmente ascrivibile all'area jazz, è uscito lo scorso anno con Road To The Sun, album a due facce in cui il chitarrista Jason Vieux da un lato (“Four Paths Of Light”) e il Los Angeles Guitar Quartet dall'altro (“Road To The Sun”) eseguono partiture di musica da camera scritte per loro da Metheny, lo abbiamo intervistato. Ecco cosa ci ha raccontato.
A proposito... per gli appassionati di strumenti, bonus track del disco anche una originale versione della composizione "Für Alina" di Arvo Pärt eseguita dallo stesso Metheny sulla sua chitarra Manzer Pikasso a 42 corde.
PC Quali aspetti della tua vita di musicista ritieni più impegnativo, suonare dal vivo, improvvisare o comporre musica per altri?
Pat Metheny Non direi che un aspetto della mia vita di musicista sia più difficile di qualsiasi altro: raramente si pensa che essere musicista sia uno dei modi più difficili di vivere, soprattutto se le tue aspirazioni guardano agli incredibili livelli di realizzazione che tanti grandi musicisti hanno raggiunto nel corso della loro vita. Oggi sto cercando di comprendere cos'è la musica nel suo senso più ampio e come funziona. Una cosa grandiosa dell'essere un musicista, a cui sia concesso di restare su questo pianeta per un po', è una crescente consapevolezza di come la musica al suo meglio possa aiutare a misurare le cose che appaiono fondamentali, almeno per me.
Direi che buona parte della musica che ho creato in questi anni è stata determinata dal talento delle persone che ho potuto invitare a far parte del mio gruppo o dei progetti che riflettevano i miei interessi in quel momento. La definizione del mio ruolo principale in tutti questi anni è probabilmente quella di "band leader" che scrive la maggior parte della musica. Un leader che ha sfruttato tutti i punti di forza, i talenti e le abilità delle persone che hanno scelto di unirsi a me lungo la strada. Inoltre, penso sia una buona idea individuare ciò in cui le diverse persone sembrano non essere così brave, cercando di andare nella direzione più positiva, perché spesso questo influisce sui risultati durante il processo di composizione e posso dire che questo è ciò che è accaduto anche per questo disco.
PC Quanto è difficile comporre musica da camera?
PM Riguardo sia al LAGQ che a Jason ero consapevole non solo del loro modo di suonare, ma anche del fatto che la natura dei loro incredibili talenti e abilità richiedeva musica scritta e non improvvisazioni. La loro tradizione impone al compositore di dettagliare sulla pagina ogni singolo aspetto di ciò che deve essere eseguito, creando notazioni che possano essere comprese e utilizzate non solo da questi musicisti, ma anche da altri esecutori in futuro. Questo è il bello della musica scritta e composta. Immagino che questa sarebbe la definizione di ciò che la maggior parte delle persone chiamerebbe "musica classica". Ciò non vuol dire che non abbia mai scritto tonnellate di partiture musicali prima d'ora, ma una differenza fondamentale è che in precedenza la mia attenzione si era concentrata prevalentemente sulla musica scritta in funzione di ambienti per improvvisare, talvolta come indicazioni per arrangiare. Questi brani sono un'altra cosa perché ho assunto il compito di dire che questi pezzi sono non soltanto per questi esecutori o per questa performance, ma per qualsiasi altra occasione futura in cui un musicista possa essere in grado di suonare questi pezzi per ottenere la storia completa. E in questo tipo di scrittura che esclude ogni possibilità di improvvisare c'è un tipo di piacere unico che riguarda il sapere che cosa di quello che è scritto sulla pagina può reggere. È come se si trattasse di un set completo di istruzioni per arrivare a quel preciso risultato musicale.
PC Quali sono gli elementi interpretativi di Jason Vieaux che ti hanno stimolato di più nel comporre i brani da lui eseguiti in Four Paths Of Light 2 e quale tipo di approccio compositivo hai avuto invece nella scrittura per il quartetto?
PM La chitarra solista è una delle più grandi sfide, indipendentemente dal contesto. Il primo concerto di Jason a cui ho assistito è stato più o meno nel periodo in cui lui stava arrivando sulla scena musicale. Il suo modo di suonare Bach è assolutamente spettacolare e penso che quello sia stato il momento in cui è stato piantato il seme che mi avrebbe portato un giorno a voler scrivere qualcosa per lui. E potrei dire la stessa cosa del Los Angeles Guitar Quartet, perché ascoltarli dal vivo ha davvero acceso la mia immaginazione. Il LAGQ è stato una vera forza nella divulgazione della formazione del quartetto di chitarre. Tutti sappiamo che più chitarre possono creare un suono eccezionale e che in un contesto come questo, che impone alcune specificità nella scrittura delle parti, è possibile eludere quelle cose non così interessanti che a volte possono verificarsi quando suonano più chitarre insieme. Avere avuto a disposizione una chitarra a 7 corde è stato davvero utile per ottenere alcuni voicing più aperti e avere il supporto di note gravi extra che la 7 corde ti dà.
PC La sezione finale di “Road To The Sun n.4” sembra un omaggio alle "tecniche estese" contemporanee per chitarra. In questo progetto, però, non ti sei soffermato molto su questo aspetto della scrittura contemporanea.
PM Io non penso davvero a un modo di suonare più "esteso" di qualsiasi altro: cerco solo di trovare un modo per conciliare ciò che sento in un certo momento cercando di trovare risposte alle domande che mi vengono poste dalla situazione in cui mi trovo.
PC Quali compositori e interpreti di musica per chitarra classica hai ascoltato o amato di più e che ti hanno influenzato anche in passato?
PM È sempre difficile per me affrontare domande che riguardano i generi musicali. La musica è per me una cosa sola, grande e unica che vive in un regno senza confini. Quando penso alla comunità dei musicisti moderni, di cui sono così fortunato a far parte, vedo un gruppo di persone qualificate in modo univoco che potrebbero suonare altrettanto facilmente con Beyonce una sera e con la New York Philharmonic quella successiva o con qualsiasi altro degno progetto musicale, oltre a essere sciolto nel linguaggio dell'improvvisazione moderna: la propria identità o concezione sonora distintiva dovrebbe esprimersi all'interno del contesto in cui ci si trova. Nel caso di Road To The Sun, i musicisti possono trovare il loro posto nella musica attraverso l'interpretazione del materiale scritto in partitura. Sia con Jason che con il LAGQ, volevo offrire loro un ambiente dotato di quel tipo di cose che mettessero in evidenza i musicisti fantastici che sono, ma anche di cose che li spingessero in luoghi in cui normalmente non potrebbero andare. Detto questo, ammiro molto Leo Brouwer.
PC Ha mai ascoltato compositori italiani come per esempio Angelo Gilardino, Carlo Boccadoro o lo stesso Ennio Morricone? In loro c'è quella rotondità che viene spesso riconosciuta come una tua caratteristica... Se non li hai ascoltati, ci sono musicisti o compositori italiani di altri generi musicali che apprezzi?
PM Non conosco Angelo Gilardino o Carlo Boccadoro ma seguirò la tua raccomandazione e li ascolterò... Naturalmente, il Maestro Morricone è tra i miei primi 5 musicisti preferiti di tutti i tempi. E per quanto riguarda la musica italiana in generale, probabilmente Puccini e Verdi sono in cima alla mia lista per la loro capacità di creare strutture melodiche genuine e autentiche, una cosa davvero difficile da fare.
PC Ci sono musicisti non più vivi con cui avresti voluto suonare o comporre?
PM Sì. I contrabbassisti Paul Chambers e Sam Jones.
PC C'è qualche musicista che hai ascoltato di recente e che ti ha impressionato?
PM Mi piace il brano "Driver’s License" di Olivia Rodrigo. È difficile creare una pura e semplice scrittura diatonica che continui a muoversi e lei lo ha fatto davvero. Ovviamente mi piace Jacob Collier. La sua versione di "Moon River" è uno degli arrangiamenti più magistrali di sempre. Mi piacciono gli svedesi Dirty Loops e, più vicino alla mia comunità in generale, James Francies e Joe Dyson.
PC Hai mantenuto i rapporti con Linda Manzer? La sua chitarra Pikasso è il motore della tua splendida versione di "Für Alina" di Arvo Pärt. Come è nata l'idea di usare questo strumento per questo brano?
PM Ovviamente! Linda continua a essere una delle mie migliori collaboratrici e una delle migliori persone del pianeta. "Für Alina" è un noto brano per pianoforte, ma per qualche motivo quando l'ho sentito per la prima volta, l'ho immaginato sulla 42 corde perché si adatta quasi perfettamente al registro che quello strumento è in grado di sostenere. Sulla Pikasso era difficile rimanere assolutamente fedeli ai vincoli letterali del mandato del "tintinnabulum" di Pärt, ma quando ho accettato la sfida del pezzo, ho trovato una direzione leggendo una nota chiarificatrice del compositore sulla partitura che chiede che il pezzo venga eseguito "In {un} modo calmo e sollevato, ascoltando il proprio io interiore". Ciò mi ha portato ad affrontare la prima linea melodica in un modo più improvvisato per la seconda delle tre riprese, con letture più letterali della partitura in due registri diversi su entrambe le parti.
PC Hai vissuto dei momenti in cui la tua musica è stata ispirata dagli strumenti, come quando hai suonato il guitar synth?
PM Sì, a volte un nuovo strumento può aprire una finestra su alcune aree a cui potresti non aver pensato prima. Questo è uno dei punti di forza della chitarra, che rimane sempre un po' indefinita e aperta.
PC Quali sono le chitarre o gli strumenti a cui sei più affezionato oggi?
PM Di recente ho capito di essere un bravo pianista. Non avevo mai veramente provato a suonare qualcosa, anche se negli anni ho scritto quasi tutta la musica al pianoforte. È circa cento volte più facile della chitarra!
PC Cosa ti ha spinto a collaborare con Ibanez e quali progetti hai con loro nel futuro?
PM Ibanez è una certezza. Presto uscirà un nuovo modello su cui sto indirizzando il mio recente interesse per le chitarre elettriche pre-war in un modo abbastanza preciso ed eccitante. Ibanez, come Linda, è stato per me un partner fantastico in questi anni.
PC Cosa ne pensi del modo in cui la musica digitale sta cambiando il rapporto tra musicisti e ascoltatori sia dal vivo che nella vendita dei dischi?
PM Non me ne preoccupo davvero troppo. Una delle cose migliori dell'essere un musicista è che quando ti svegli la mattina, non importa cos'altro stia succedendo nel mondo. Un Sib resta sempre un Sib...