Amazônia è il titolo dell'ultimo lavoro di Jean-Michel Jarre, colonna sonora dell'omonima straordinaria mostra fotografica del brasiliano Sebastião Salgado, dedicata questa volta alla natura e alle comunità che abitano in quella striscia di terra brasiliana che occupa la parte meridionale dell'Amazzonia.
La mostra Amazônia, allestita lo scorso aprile presso il museo Philharmonie De Paris e in arrivo a ottobre anche in Italia, è costituita da oltre 200 opere realizzate da Salgado in sei anni di permanenza in quelle zone. Queste impressionanti foto hanno ispirato la composizione musicale che Jean-Michel Jarre ha inciso per Sony Music su CD, vinile e in una speciale versione binaurale, che immerge l'ascoltatore nell’universo sonoro della foresta, in un mix di musica concreta ed elettronica a tratti ritmicamente incalzante, tra grida di animali, canti di uccelli e fragore di acque che scorrono o che scendono dal cielo in copiosi acquazzoni. Una composizione ricca di atmosfere, ben lontana dagli stereotipi della musica elettronica ambient o world music usati di solito per commentare le rappresentazioni etnografiche.
PC Come è nata questa collaborazione per Amazônia e quanto sapevi del lavoro di Salgado?
Jean-Michel Jarre Sono sempre stato un grande ammiratore delle opere di Salgado. Le sue sono esposizioni sempre molto dure e crude. Ricordo la sua meravigliosa mostra Gold sulla miniera d'oro e il suo spettacolare progetto Genesis di immagini sulle origini del nostro pianeta. Quando sono stato chiamato dalla Philharmonie De Paris, dove è stata allestita la prima di Amazônia in contemporanea con San Paolo in Brasile (prima di muoversi a Roma, Londra, Tokio e New York) mi ha subito intrigato la proposta di realizzarne la colonna sonora, perché è sempre molto stimolante comporre musica per una mostra fotografica, in quanto è una sfida piena di trappole. Puoi cadere nella trappola di comporre musica d'ambiente come se ti trovassi in una Spa o in quella di creare word music in chiave etnomusicologica, cosa che non amo o, ancora, comporre qualcosa di troppo distante dai contenuti delle foto... per non parlare del problema di dove collocare il sistema di diffusione audio all'interno del percorso dell'esposizione. D'altro canto, è stato anche interessante celebrare un luogo come l'Amazzonia in un momento in cui la gente è poco interessata ai problemi ecologici perché è così ossessionata dalla pandemia.
PC È interessante il fatto che questo tuo lavoro risulti in qualche modo equidistante da tutti i generi di musica elettronica. Li comprende un po' tutti e gli elementi di musica concreta fanno da legante.
JMJ Per me questo è un progetto molto speciale per il tipo di approccio che ho avuto nel comporlo. È una composizione di musica elettronica che prende in considerazione il fatto che la foresta è un luogo molto rumoroso e pieno di suoni ambientali che non hanno nulla a che fare l'uno con l'altro. È una specie di orchestra disordinata in cui ogni elemento, il cinguettio degli uccelli, il rumore della pioggia, i canti degli uomini e delle donne, è completamente separato l'uno dall'altro, ma alla fine della giornata tutti questi suoni costituiscono la grande armonia della foresta. È stata una sfida molto interessante da esplorare....
PC Hai diviso la composizione in nove parti, ma vorrei sapere a quali scenari si riferisce ognuna di loro, perché ho trovato difficile comprenderlo...
JMJ Hai ragione e capisco cosa provi, perché queste nove parti in realtà sono un'unica composizione. È tutta colpa della fottuta piattaforma di streaming a cui dobbiamo sottostare oggi. I miei amici di Sony Music, a cui voglio bene e che ringrazio, mi hanno chiesto di dividere la composizione in parti più brevi perché altrimenti sarebbe stato tecnicamente impossibile caricarla. Oggi la piattaforma decide come deve essere la nostra musica... In realtà comunico ufficialmente a te e ai tuoi lettori che possono dimenticarsi delle 9 parti!
PC Nella composizione ci sono molti suoni distorti e saturi con suoni ambientali molto forti. Le parti di elettronica si muovono da un lato all'altro della scena sonora quasi a rappresentare l'uomo civilizzato che cammina all'interno di un ambiente naturale primitivo.
JMJ È molto interessante questa tua descrizione. Partirei dall'aspetto che riguarda la distorsione. Sono sempre stato interessato al fatto che in natura ci sono un sacco di suoni che per noi sono distorti solo perché è il limite del nostro orecchio a identificarli come tali. Qualche volta il suono degli uccelli è così violento da sembrare distorto al nostro orecchio, ma non certamente a quello degli stessi uccelli. E comunque, a me piace molto anche maltrattare il tipico approccio new age o world music creando tensioni e "incidenti" che creano diversi livelli dinamici.
PC Come hai scelto gli strumenti musicali da usare per questo progetto?
JMJ Cito spesso Federico Fellini, che diceva di non essere così interessato a filmare il mare, quanto a ricreare l'idea del mare che abbiamo in testa. Questo è il mio stesso approccio onirico alla musica elettronica. Per me è più interessante ricreare il suono del vento o il suono degli uccelli usando strumenti elettronici come i sintetizzatori analogici con un approccio iper-realistico, magari mixando questi suoni con quelli veri. Ho usato molto l'ARP 2600, lo stesso che usai nel vecchio disco Oxygen, per ricreare i suoni del vento e degli uccelli. Ho usato anche il VCS3 di EMS insieme ad altri synth modulari, qualche campionatore e anche dei plug-in software per suoni in sintesi granulare. Mi sono ispirato molto a film come Fitzcarraldo di Werner Herzog e Uccelli di Alfred Hitchcock, dove sono stai usati molti suoni di uccelli finti. Anche nel mio progetto ho voluto creare quella tensione generata dal contrasto tra suoni oscuri e suoni pacifici, che caratterizzavano quei film.
PC Dove hai preso invece i suoni reali, per esempio delle scimmie e dei canti umani?
JMJ Ho avuto un grande aiuto dal Museo Etnografico di Ginevra a cui è collegato il Philharmonie De Paris. Nel concept della mostra era previsto l'uso di materiali audio provenienti da questo museo e così li ho usati per creare l'aggancio sonoro con i contenuti delle foto di Salgado. Poi ho evitato di tenere questo collegamento didascalico per passare all'approccio onirico di cui ti dicevo prima.
PC Come è stato creato il mix binaurale?
JMJ Sinceramente non sono ossessionato dalla binauralità o dalle sonorità surround, così come credo che l'evoluzione della musica moderna in chiave stereofonica sia stato un processo artificiale innestato negli anni ‘50/’60 per ampliare l'ascolto monofonico. Lo stereo non esiste in natura perché ogni suono viene generato in mono. Abbiamo le nostre orecchie con un ambiente sonoro multicanale intorno a noi. Se produci un pezzo tecno, probabilmente il mix più adatto è tutto mono con giusto qualche suono a destra e a sinistra. La ripresa microfonica binaurale viene fatta per simulare l'ascolto di una persona nello spazio reale, ma in un progetto di musica elettronica non si deve ricreare un ambiente reale. Per Amazônia ho creato un ambiente con diverse sorgenti sonore indipendenti posizionate in diversi punti dello spazio. Sono andato a produrlo nello studio immersivo di Radio France a Parigi usando uno speciale software dell'IRCAM con cui posizionavo nello spazio le sorgenti pre-registrate. Sono molto felice del risultato perché di solito i mix binaurali sembrano un gioco, mentre in questo caso la sensazione è quella di trovarsi proprio nel mezzo di un ambiente sonoro.
PC Forse proprio perché in questo caso il processo binaurale è parte integrante della produzione...
JMJ Credo che creare un ascolto binaurale o surround di un'orchestra sinfonica sia una contraddizione perché abbiamo speso secoli per creare una logica nel posizionamento delle sezioni di strumenti all'interno dell'orchestra e non ha senso stravolgerlo. È più interessante invece lavorare dinamicamente sui suoni dei diversi strumenti preservandone la posizione all'interno dell'orchestra, che deve restare una sola voce.
PC La tua realtà invece è completamente ricostruita. Non vera ma verosimile...
JMJ E il processo di composizione è stato piuttosto diverso da come ho lavorato in passato. È stato come dipingere per immagini in maniera impressionistica, non con un inizio e una fine, ma come se avessi avuto una tela su cui dipingere in maniera random. Ho cercato di immaginare i suoni nello spazio senza pensare alla composizione in modo lineare o verticale come se fosse una partitura, ma a oggetti nello spazio. È stato molto interessante perché è un modo molto fresco di approcciare alla composizione.
PC Questo è anche il motivo per cui la composizione cambia frequentemente atmosfera, passando da un tema all'altro senza indugiare troppo su una scena.
JMJ Da un lato volevo creare la condizione di nomadismo attraverso suoni che appaiono e scompaiono all'interno della foresta nel corso del cammino. In più c'è l'idea che in natura si ha la sensazione di una consistenza che non è lineare. Se per esempio ti trovi su una spiaggia, puoi osservare le onde e ascoltare dei bambini che giocano da una parte e il vento che soffia dall'altra parte. Sono elementi random che arrivano dall'ambiente circostante. Ma puoi anche concentrarti sulle onde che solo apparentemente sembrano sempre uguali. Se campioni due minuti di onde e le ripeti in loop, dopo dieci minuti ti annoiano... capisci subito che non sono la realtà. Per questa ragione ho voluto creare qualcosa che cambiasse nel tempo, attraverso sorprese, incidenti e aspetti della vita inaspettati.
Amazônia è una mostra fotografica realizzata in collaborazione con il Museo Etnografico di Ginevra. Curatrice e scenografa della mostra è Lélia Wanick Salgado.