Jeff Beck, chitarrista inglese assolutamente straordinario, dallo stile unico e immediatamente riconoscibile, è uno dei musicisti più apprezzati.. dagli stessi chitarristi. Non è raro, infatti, che venga citato come artista preferito di numerosi pezzi grossi della chitarra elettrica.
Il suo modo di suonare, accompagnato dai tanti successi della sua carriera, sono oggetto della guida che stai per leggere, attraverso la quale scopriremo anche quali sono gli strumenti che puoi scegliere per avvicinarti quanto più possibile al suo suono. Per scoprire tutto, continua a leggere il nostro articolo su uno dei più grandi Guitar Hero oppure guarda il video completo:
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Gli Early Days di Jeff Beck
Joffrey Arnold Beck nasce in Inghilterra nel 1944 e, fin da bambino, si avvicina al mondo della musica e della chitarra. Viene subito folgorato dal brano How High The Moon suonato da Les Paul alla radio. Nel corso degli anni, prova lui stesso a costruirsi qualche chitarra, tuttavia, lo strumento probabilmente più importante del primo periodo della sua carriera è una Fender Esquire che userà insieme ad una Telecaster e una Gibson Les Paul al servizio degli Yardbirds, sostituendo un nome piuttosto altisonante: Eric Clapton.
Per accedere al suono di Beck degli “early days”, la Squier Esquire Classic Vibe ‘60 è un perfetto esempio di chitarra che svolge un ottimo lavoro. Si tratta di uno strumento a pickup singolo che offre un suono essenziale ma, al tempo stesso, particolarmente affascinante.
Il periodo delle Super Band
Nel 1966, Jeff Beck mette insieme una super formazione di musicisti che annovera Jimmy Page alla chitarra a 12 corde, John Paul Jones al basso, Keith Moon alla batteria e Nicki Hopkins alle tastiere. Insieme, registrano Beck Bolero, uno dei primi brani rock strumentali per chitarra che può essere considerato a tutti gli effetti come il vero progenitore di tutta la musica strumentale degli anni a venire.
In questo brano, Jeff Beck usa una Gibson Les Paul del ‘59 che, come ben saprai, ha attualmente una quotazione da capogiro. Per avvicinarci a quel mondo, potresti rivolgerti Epiphone della serie Inspired by Gibson che si caratterizza dal corpo e dal manico in mogano e da una tastiera in alloro indiano. Completano lo strumento i potenziometri CTS e pickup Epiphone ProBucker che offrono un suono di grande spessore.
Nello stesso anno, Jeff Beck viene “licenziato” dagli Yardbirds e inizia ad esplorare nuove strade componendo due album: Truth e Beck-Ola, quest’ultimo con la super formazione Jeff Beck Group che includeva personaggi come Rod Stewart alla voce e Ronnie Wood prima alla chitarra e poi al basso.
Nonostante il lavoro egregio svolto da Beck in questo periodo, gli anni ‘60 furono piuttosto frustranti per Jeff in quanto riteneva che l’elettronica di quel tempo non fosse al passo con le sue idee musicali.
Il ritorno in studio
Tornato in attività nel 1971 dopo un brutto incidente, anche la nuova formazione del Jeff Beck Group non ebbe lunga vita. Invece, un nuovo progetto, il Beck Bogert and Appice, diede alla luce un album che include una versione di Superstition, celebre brano di Stevie Wonder, composta proprio insieme e per Beck durante le sessioni in studio di Talking Book.
Jeff Beck, durante il periodo con i Beck Boger and Appice Trio, acquista una Les Paul del ‘54 pesantemente modificata con un pickup humbucker, manico assottigliato e una finitura Ox Blood. Si tratta di uno strumento che ha accompagnato Jeff Beck nella realizzazione di uno dei suoi album di maggior successo, Blow by Blow, e che viene ritratto anche nella copertina.
Cause We've Ended as Lovers, uno dei brani più famosi di Beck, è in realtà scritto di nuovo da Stevie Wonder e, nonostante sia stato suonato molto volte con una Stratocaster, non è stato registrato né con questa chitarra e né con la Les Paul. Infatti, il brano fu inciso con una Fender Telecaster, la Tele-Gib, che montava due pickup, modificata da Seymour Duncan e poi regalata a Jeff Beck.
Il passaggio alla Stratocaster
L’anno successivo esce un altro album molto importante della carriera di Jeff Beck, Wired, un disco prodotto nuovamente da George Martin e che vede la prima apparizione del famoso tastierista della Mahavishnu Orchestra, Yan Hammer. In questi anni, Beck inizia sempre più spesso ad usare la Fender Stratocaster, la chitarra che più di tutte lo ha rappresentato nel corso degli anni.
La Stratocaster che viene ritratta nella copertina di Wired gli viene regalata proprio da John McLoughin, chitarrista della Mahavishnu Orchestra. Jan Hammer ebbe una grande influenza nel modo di suonare di Beck in quanto, solito usare la rotella di modulazione della tastiera, portò lo stesso Jeff a sperimentare bending e leva del tremolo in modo molto importante durante il suo playing.
La Strato era una chitarra che ben si prestava a questa pratica e, nel corso degli anni, Fender in collaborazione con Beck realizzò diverse versioni di strumenti signature. Ad esempio, la Fender Jeff Beck Stratocaster è una degli ultimi modelli caratterizzati da corpo in ontano, manico in acero e tastiera in palissandro. La Strato è equipaggiata anche con tre pickup single coil hot noiseless e con un ponte Tremolo con sellette in acciaio che facilita l’uso della leva, garantendo una sensazione di morbidezza e fluidità.
Il periodo anni ‘80
Nel 1980, Jeff Beck continua la sua collaborazione con Ian Hammer e con un giovane Simon Philips alla batteria: There and Back è un altro disco a carattere prevalentemente strumentale con sfumature jazz fusion. Nel 1985 esce Flash, un album attraverso cui Beck cerca di seguire un trend più mainstream e pop, avvalendosi dell’aiuto di Niel Rogers nella veste di produttore.
Sono gli anni in cui abbandona la Stratocaster in favore di chitarre Jackson, decisamente molto più appariscenti. Nonostante la produzione di quegli anni ha consentito a Jeff Beck di vincere un Grammy, il chitarrista inglese più volte ripete di non essere stato molto contento in quel periodo, probabilmente non soddisfatto della direzione che avesse preso la sua arte.
Dopo qualche anno di apparizioni sporadiche a causa di un problema di acufene, nel 1989 Jeff Beck torna in pista con un altro grande album, il Jeff Beck Guitar Shop, con Terry Bozio alla batteria. Si tratta di un disco attraverso cui Beck torna alle sue origini, abbracciando un sound più rock e strumentale. Anche in questo caso, Jeff vince un Grammy proprio per la Miglior Performance Rock Strumentale.
Jeff Beck Guitar Shop è anche il primo album in cui Beck decide di abbandonare completamente l’uso del plettro in favore delle sole dita. Si tratta di una caratteristica ben nota del suo modo di suonare, così unico e personale. L’obiettivo era quello di usare la dinamica offerta dalle dita della mano destra, della leva del Tremolo e anche del potenziometro per espandere la gamma dinamica dei suoni a sua disposizione.
La svolta anni ‘90 e le ultime produzioni
Durante gli anni ‘90, Jeff Beck collabora con artisti del calibro di Bon Jovi, Hans Zimmer, Roger Water, Kate Bush e nel 1992 registra un disco colonna sonora. Nel 1993 si occupa della produzione di Crazy Legs, un album tributo alla musica rockabilly degli anni ‘50: un omaggio alla Les Paul e ai chitarristi Rock and Roll che avevano ispirato Jeff Beck durante tutta la sua adolescenza.
In questo album, Jeff suona una Gretsch 6128 Duo Jet ma, per andare in quella direzione di suono, puoi rivolgerti anche ad una Gretsch G5230T Electromatic, una chitarra molto affascinante e caratterizzata da un corpo in mogano con camere tonali, top in acero, manico in mogano e tastiera in noce con 22 tasti. I pickup Blacktop Filter’Tron, integrato con il ponte Adjusto-Matic ancorato con Bigsby, le donano un sound decisamente retrò.
L’album successivo viene pubblicato nel 1999 con il nome di Who Else. Nella band spicca anche Jennifer Butten nel ruolo di chitarrista aggiuntiva. Altri due album, You Had It Coming e Jeff (2001 e 2003), faranno vincere a Beck altri due Grammy. Anche nel 2010, Jeff Beck produce un album di successo, Emotion and Commotion, all’interno del quale c’è anche una versione della famosa aria “Nessun Dorma” di Puccini.
Nel 2016, Jeff Beck pubblica il suo ultimo album, Loud Hailer, anche se la sua ultima uscita discografica è un brano del 2022 con l’attore Johnny Depp. Il 10 gennaio 2023, invece, Jeff Beck ci lascia a causa di una meningite batterica.
Conclusioni
La carriera di Jeff Beck è stata senza dubbio un percorso straordinario che ha attraversato tutte le diverse epoche delle musica rock e strumentale e ne è stata pienamente influenzata. Beck e il suo talento hanno influenzato generazioni e generazioni di chitarristi, guadagnandosi un posto speciale tra chi è musicista e chi ama la musica.
Dalle sue radici con gli Yardbirds alle sue sperimentazioni tra gli anni ‘80 e gli anni ‘90, Jeff Beck ha voluto spingere sempre oltre il suo modo di suonare, cercando nuovi orizzonti sonori laddove possibile. Ad oggi, Jeff Beck è ricordato come uno dei chitarristi più amati e influenti di tutti i tempi, la cui eredità musicale rimarrà come fonte di ispirazioni per chi si approccia al mondo della chitarra elettrica.