Come ricreare il suono iconico di Eddie Van Halen: 2 Setup a Confronto!

Come ricreare il suono iconico di Eddie Van Halen: 2 Setup a Confronto!

Eddie Van Halen è considerato da molti un vero e proprio dio della chitarra, un artista dal talento indiscutibile. La sua carriera da musicista lo ha reso un’icona della musica e il suo contributo a questo mondo è inestimabile. Tuttavia, nel corso degli anni, il sound di Van Halen ha subito diverse trasformazioni, partendo dal suo suono caratteristico che ha caratterizzato i primi album di attività. 

Ma hai mai sentito parlare del “triplo suono” di Eddie Van Halen? Si tratta di un aspetto fondamentale del suo stile e che abbiamo deciso di approfondire nelle prossime righe di questa guida. 

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Come ricreare il suono iconico di Eddie Van Halen 

Il primo setup 

Per ricreare il suono iconico di Eddie Van Halen è possibile rivolgersi ad un setup ibrido che prevede la combinazione dell’MXR EVH Phase 90 e il flanger, entrambi della serie EVH di MXR, insieme al Quad Cortex, utile per simulare l’amplificatore Marshall Plexi 100W che Van Halen utilizzava nei primi anni della sua carriera. Inoltre, la patch “Eddie 78”, disponibile sul Quad Cortex, consente di emulare la configurazione originale di Van Halen, con la chitarra da un lato e il riverbero dall’altro, per ricreare l’atmosfera dei primi album. 

Per ottenere il suono distintivo di Van Halen, quindi, è utile rivolgersi ad un equalizzatore per asciugare le basse frequenze che rende il suono più definito. Questa tecnica, usata anche da Van Halen, aiuta a scolpire il suono, enfatizzando le frequenze medie. 

Il setup, quindi, prevede un amplificatore Marshall Plexi 100W, simulato attraverso una cassa 4x12 e un microfono SM57. Prima dell’amplificatore, è stato inserito un delay Echoplex, fondamentale per replicare il suono delle registrazioni originali di Van Halen. Nei Marshall Plexi degli anni '60, non c'era il loop effetti, quindi il delay doveva essere posizionato prima dell'amplificatore.

Per il riverbero, invece, può essere emulata la tecnica usata in studio, posizionando il suono del Reverb solamente a destra, con la chitarra a sinistra, creando così un effetto avvolgente. La chitarra, invece, è una EVH Relic, caratterizzata da elementi per replicare l’effetto vintage. 

Il triplo suono di Van Halen (Secondo setup)

Il secondo setup, invece, si caratterizza dall’amplificatore EVH 5153 Stealth da 50W, che offre un suono distorto e “cattivo”. A ciò si aggiunge il Boss SDE-3000EVH, la versione moderno di uno dei delay più utilizzati nei rack degli anni ‘80. Van Halen ne usava due mono, mentre questo pedale è stereo con 8 preset presi dalle sue unità originali. 

Il setup include la chitarra EVH Wolfgang Special, impeccabile per look e suono e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. La chitarra passa attraverso un Phase 90 e un flanger, entrando poi nell’amplificatore. In questo setup, il Torpedo Captor viene usato come attenuatore di potenza dell’amplificatore e per simulare una cassa. Successivamente, il suono dry entra direttamente in una scheda audio, mentre l’altro segnale passa attraverso un Eventide H9 per un leggero detune e poi nel Boss SDE-3000EVH per il delay.

Sebbene possa sembrare complicato, questo setup è in grado di ricreare il suono stereo di Eddie Van Halen senza dover utilizzare tre amplificatori. Il risultato è un suono enorme e definito, con effetti left-right separati. 

Conclusioni 

Eddie Van Halen era un maestro nel creare la sua spazialità sonora. All’inizio della sua carriera, Van Halen utilizzava una tecnica che consentiva di ascoltare la chitarra da un lato e il riverbero dall’altro, dimostrando un certo grado di ingegno, considerando i mezzi che aveva a disposizione. Successivamente, ha adottato un sistema decisamente più complesso e articolato per ottenere un effetto di grande impatto.