Il limiter/compressore Universal Audio 1176, l'eco a nastro Maestro Echoplex EP-3, il riverbero a piastra EMT 140 e il riverbero digitale Lexicon 224 hanno segnato i suoni del pop/rock. Eccoli rivivere in quattro nuovi stompbox UAFX
I prodotti Universal Audio riescono sempre a comunicare un'aurea di professionalità fin dal primo impatto, che si tratti di un'interfaccia audio, un microfono, un effetto a pedale. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a quattro nuovi stompbox della serie UAFX che fanno subito capire la qualità della pasta sonora di cui sono fatti.
I quattro stompbox riprendono in formato hardware le virtualizzazioni digitali di quattro storici processori: il compressore Universal Audio 1176, il leggendario delay a nastro Echoplex EP-3, l'inconfondibile (e ingombrante) riverbero a piastra EMT 140 e l'immortale riverbero digitale Lexicon 224. Ognuno dei quattro UAFX riprende anche il colore di base dell'originale.
Dal punto di vista software, tutti e quattro i pedali incorporano i sofisticati e accurati algoritmi di emulazione UA gestibili dal pedale attraverso una struttura comune costituita da due controlli rotativi (manopoline) principali e tre ausiliari, che agiscono in relazione a uno switch a tre posizioni molto importante per rendere il più versatile possibile il funzionamento dei pedali. Sopra i connettori di alimentazione a 9VDC, di ingresso e di uscita troviamo due altri switch con funzioni specifiche per ogni UAFX.
Stiamo parlando di classici effetti mono, true bypass (quando sono disattivati, il segnale entra ed esce dal pedale senza alcuna alterazione) e stand alone perché non dipendono da nessuna app software per acquisire suoni o altro via bluetooth e la connessione usb-c serve solo ad aggiornare il firmware (il "sistema operativo" del pedale).
1176 UAFX STUDIO COMPRESSOR
Ripropone il compressore FET UA 1176 che ha fatto la storia della musica rock, prodotto dalla stessa Universal Audio intorno alla metà degli anni Sessanta, propone 3 modalità di compressione: Normal (uno stadio di compressione), Dual 1176 in serie (per il classico crunch alla Led Zeppelin) e Dual 1176 in serie per un sustain clean e prolungato. Lo switch rotativo ripropone i rapporti di compressione originali, inclusa la famosa modalità "all-buttons" (nel 1176 originale tutti i pulsanti dei diversi rapporti di compressione potevano essere premuti contemporaneamente). Uno Switch Mix attiva la modalità di compressione in parallelo 50/50. Un led luminoso monitora in tempo reale la Gain Reduction.
ORION UAFX TAPE ECHO
Ripropone il leggendario eco a nastro Maestro Echoplex EP-3. Lo switch a tre posizioni determina 3 diversi tipi di eco: unità NOS con nastro nuovo e circuito compander, vintage ma ben tenuto con nastro poco usato, vecchia unità con capstan e nastro molto usurati. Tra le funzioni emulate sono incluse il livello di registrazione e quello del preamplificatore, con un controllo dedicato all'ondeggiamento (flutter) del nastro e uno switch per la simulazione opzionale della "colorazione" data dal preamplificatore EP-III originale.
HEAVENLY UAFX PLATE REVERB
Ripropone il classico riverbero a piastra EMT 140. Lo switch gestisce qui tre differenti e esplicative emulazioni della piastra: A (Vintage Bright), B (Vintage Dark), C (Modern Full). Vengono riproposti tutti i controlli originali dell'EMT 140 (Pre Delay, EQ e Modulation aggiuntiva).
EVERMORE UAFX STUDIO REVERB
Ripropone l'inconfondibile riverbero digitale Lexicon 224 su tre diverse classiche modalità di base: Room, Small Hall e Large Hall. Il controllo del decadimento avviene in multibanda su basse, medie e alte separatamente e la coda del riverbero può anche essere modulata (Lush Lexicon). L'inserimento del Pre Delay è opzionale tramite switch.
COM'ERA IL 1176 ORIGINALE?
Nel 1966, quando alla radio si potevano ascoltare brani come "Nowhere Man" dei Beatles e "Good Vibrations" dei Beach Boys, l'ingegnere Bill Putnam stava lavorando al passaggio dalle vecchie valvole standard alla nuova tecnologia a stato solido (solid state) progettando i suoi nuovi preamplificatori e compressori/limiter marchiati Universal Audio. Fu così che nacque il 1176, presentato nel 1968 come un "vero limitatore di picco con tutti i circuiti a transistor e prestazioni superiori su qualunque tipo di materiale audio". All'epoca, i suoi principali punti di forza erano il suo tempo di attacco ultrarapido, appena 20 µS (0,00002 secondi) alla sua massima potenza e la veloce impostazione dei parametri di funzionamento. Era anche esteticamente moderno, caratterizzato da manopole con bordi trasparenti, pulsanti e un pannello frontale in alluminio spazzolato con una striscia blu vicino al VU meter. Come il precedente modello 176, il 1176 non presentava alcun controllo di threshold (soglia di intervento della compressione), ma solo controlli di ingresso e uscita e un attacco e un rilascio variabili, una novità per l'epoca. La quantità di compressione era determinata dal livello di ingresso: più intenso era il segnale che raggiungeva i circuiti di rilevamento, maggiore era la compressione risultante. Un'altra caratteristica unica erano i rapporti selezionabili di 4:1 e 8:1 per il compressore e 12:1 e 20:1 per il limiter (la differenza sostanziale tra un compressore e un limiter sta proprio nella quantità di compressione rispetto a una soglia)
Sì, ma come “suona” un 1176? La caratteristica su cui la maggior parte degli amanti del 1176 concorda è che ciò che esce è migliore di ciò che entra. C'è luminosità e presenza. Il sound engineer Bruce Swedien, per esempio, ha usato il suo 1176 su tutte le voci di Michael Jackson che ha registrato.