In occasione dei recenti stop alle attività musicali di gruppo, molti musicisti hanno dovuto allestire un proprio studio di produzione per poter rispondere alle richieste di lavoro "a distanza". Sono stati i batteristi, per ovvie ragioni, ad aver fatto il salto di qualità più impegnativo, ma alcuni di loro erano già pronti da tempo. Stefano Re è uno di questi. Batterista di lunga e variegata esperienza non solo come turnista e didatta, ha sempre risposto con slancio e determinazione alle sfide che la sua professione gli ha presentato, comprese quelle recentemente imposte dalla pandemia. In pieno lockdown, infatti, è riuscito a lavorare nel suo studio personale con la Silvano Belfiore band, orchestra al servizio della fortunata trasmissione tv Fratelli di Crozza, in onda su Nove senza pubblico per tutta la stagione 2020-2021, anche grazie all’impegno dei musicisti in collegamento dalle proprie abitazioni.
Se Stefano Re scrivesse la sua autobiografia, la leggerei tutta d'un fiato. E se di questa ne facesse un podcast, il suo racconto a voce dei tanti aneddoti in cui è stato protagonista dagli anni Ottanta a oggi sarebbe ancora più coinvolgente. Non so quanti siano stati in Italia i batteristi capaci come lui di affrontare in questo lungo periodo così tante esperienze musicali diverse (compresa quella di articolista per la rivista di strumenti musicali di cui ero responsabile negli anni Novanta).
Non solo batterista
Illuminato a inizio anni Ottanta da una performance di Tullio De Piscopo ("Tullio ha da sempre la capacità di darti la sensazione che stia suonando solo per te", racconta Stefano) segue le sue prime lezioni con il maestro Franco Campioni, timpanista della Scala, ma è con il grande Enrico Lucchini che inizia il suo percorso di apprendimento della batteria: "La grandezza di Lucchini è stata quella di preparare tutta una generazione di batteristi, da Lele Melotti a Paolo Pellegatti, a Christian Meyer, Max Furian, Sergio Pescara, Giorgio Di Tullio, Enrico Gazzola, tutti differenti uno dall'altro, perché Lucchini non omologava nessuno" spiega Stefano: "Mentre a Franco Rossi devo invece l'essere riuscito ad affrontare con scioltezza lo studio del solfeggio".
Dopo le prime esperienza nelle band della sua zona (Legnano e dintorni) a metà anni Ottanta Stefano risponde alla prima imprevedibile chiamata: fare il batterista di un'orchestra in crociera... e senza conoscere ancora una parola di inglese. Imprevisto è anche il primo ingaggio che la band in cui milita riceve da Ron per un tour di 48 date in 51 giorni. Da lì prendono il via le prime collaborazioni dal vivo con Biagio Antonacci, Roberto Vecchioni, Fiordaliso, Alex Baroni e in studio con un gran numero di artisti, compresi vari progetti blues (Luca Jurman, Gigi Cifarelli, Aida Cooper e i Bluesmen). Sono ormai i pieni anni Novanta quando Stefano si ritrova a gestire il reparto percussioni di un negozio di strumenti musicali a Bergamo e ad avviare insieme al suo ex allievo Luca De Orsola la produzione delle batterie Drum Sound di Torino. Ma gli impegni musicali lo richiamano sempre alla sua principale attività (partecipa al festival di Vigna Del Mar con Paolo Meneguzzi). Siamo già nel nuovo millennio quando parte il progetto di una scuola di musica con sale prova e studio di registrazione.
Cominciano le collaborazioni televisive, con Funari e Crozza dal 2006, grazie a Silvano Belfiore con cui condividevano già una band, e poi varie Convention e la gestione delle attività musicali di un prestigioso resort in Sardegna che lo impegnerà per moltissime estati. Il ritorno alla produzione di strumenti avviene con il progetto di modello di batteria con fusti in policarbonato estruso realizzato questa volta in collaborazione con Tullio Granatello (il Signor "Tamburo") come prima batteria in acrilico sotto il marchio Volume. Nel 2016 inizia la collaborazione con il Conservatorio di Bergamo che nel 2021 diventerà titolarità della cattedra di batteria pop rock presso lo stesso Donizetti. È contemporanea la costituzione di una cooperativa di servizi per i musicisti (oggi EasyShow Coop) attraverso la quale arricchisce ulteriormente le proprie competenze dal punto di vista professionale.
La Belfiore Band.. a distanza
È la voglia di imparare continuamente nuove cose a spingere Stefano a fare esperienze complementari alla sua formazione di partenza, aggiornando anche le sue competenze audio e tecnologiche. "Suonare solo la batteria per me è sempre stato riduttivo. Non ho mai studiato per fare il solista e ho sempre pensato al batterista come a un ruolo gregario che tiene insieme le parti. Per questo mi sono sempre occupato di tenere insieme la band, curando anche le scelte tecniche come quelle dell’impianto audio".
È così che, dopo averlo incontrato più volte negli anni in differenti contesti, l'ho visto ripreso in primo piano collegato dal suo studio con la Silvano Belfiore band, durante una puntata dell'edizione 2020-2021 dei Fratelli di Crozza, mentre eravamo quasi tutti costretti a casa.
PC Come hai affrontato e risolto la tua partecipazione "a distanza" all'edizione 2020-2021 dei Fratelli di Crozza?
SR La trasmissione è stata live fino al 4 marzo 2020. Poi c'è stato l'inevitabile passaggio in cui la produzione ci ha chiesto se eravamo in grado di dare il nostro contributo da casa per continuare senza pubblico. Non dimentico che, dal punto di vista contrattuale, avrebbero potuto lasciarci senza lavoro per causa di forza maggiore. All'inizio infatti eravamo molto contenti di poter continuare a suonare.
PC Non deve essere stato facile gestire le riprese della batteria.
SR Da un certo punto di vista, la batteria è stato lo strumento più penalizzato. Ma fortunatamente io avevo già uno studio su cui avevo investito da anni per adeguarlo alla produzione di oggi. Sono sempre stato appassionato di computer e del mondo digitale e registro da anni con il click. Da quando studio batteria, ho sempre registrato perché se vuoi migliorare devi poterti registrare. Per Crozza mi sono solo dovuto munire di telecamera. Considera che da casa ho impegnato meno tempo nella produzione rispetto a quando ero presente fisicamente negli studi di produzione, perché a casa devo solo attendere le parti e registrare nel mio studio, con la differenza che però ho io la responsabilità della qualità del mix e delle riprese audio/video. All'arrangiatore ho dovuto mandare un left e right della batteria già mixata, mentre in studio da Crozza ci sono quattro fonici che si occupano, uno degli ascolti della band, uno degli ascolti esterni, uno degli ascolti di Crozza e del palco e uno della messa in onda. Ricordo che all'inizio mi era stato riferito che gli overhead erano un po' alti rispetto al loro standard televisivo. Per cui ho fatto un po' di lavoro con i fonici per assestare il mix migliore creando anche un setup con dei plugin e dei preset in modo da tenere sempre i suoni corretti. L'uso degli ambienti, per esempio, è praticamente inutile perché il mix tv è mono ed è sorprendente come il mono cambi anche lo spettro delle frequenze. Per questa ragione creo un master mono, facendo attenzione alle fasi, in modo da avere un'idea più precisa di quello che sarà il mix definitivo.
PC Come hai gestito la parte video?
SR Quella video è una parte che non avevo mai curato prima e così ho dovuto fare attenzione anzitutto al mio comportamento. Per esempio, in presenza noi potevamo leggere le parti su iPad perché non eravamo quasi mai inquadrati in primo piano, mentre nelle nostre riprese da casa si sarebbe visto chiaramente che stavamo leggendo e non sarebbe stata una bella cosa. Per un batterista, poi, è molto difficile fare i playback perché c'è sempre qualche colpo che sfugge e così ho preso la decisione di riprendere tutto live, sia audio che video. Inizialmente facevo tre riprese audio/video e sceglievamo quella migliore. Successivamente ho creato una condizione che mi ha permesso di registrare in tempo reale le parti facendole ascoltare all'arrangiatore senza ritardo audio/video per scegliere subito la migliore. Uno dei problemi del remoto, infatti, è che quando registri una parte, la monti sul resto e la invii, se poi non va bene devi registrarla nuovamente, con una gran perdita di tempo. Invece ho creato un sistema in cui il Mac portatile gestisce le telecamere e il collegamento internet, mentre il desktop su cui uso Logic con interfaccia audio Apogee lavora con un delay di 200 ms che compensa la latenza audio/video, in modo che chi vede e ascolta dall'altra parte non ha nessun ritardo.
PC Questa modalità è utile per qualunque live streaming audio/video...
SR Infatti uso questo sistema anche per le lezioni online. Il limite sta nel ritardo nella risposta dell'allievo... In Conservatorio a Bergamo, dove insegno batteria pop rock, quasi tutti i ragazzi si stanno però attrezzando. Il Conservatorio di Bergamo è un ambiente meraviglioso perché il Direttore, quando eravamo in zona rossa (a parte il primo lockdown), ha chiesto e ottenuto di rimanere aperto con le lezioni individuali, che sono riuscito a tenere in presenza.
PC Anche nella produzione discografica ormai si ragiona sull'assegnazione della registrazione delle parti a ciascun musicista per poi montare tutto in studio.
SR Finora il produttore ha fatto i provini a casa e i musicisti hanno dovuto solo risuonarli in studio. In questo modo però è molto difficile che il singolo musicista possa modificare la parte assegnata, perché il produttore si è affezionato così tanto alla sua scrittura da considerarla immodificabile. Anche per questo è difficile che nascano idee originali. La possibilità invece di poter accogliere i contributi dei singoli musicisti direttamente dai loro studi potrebbe favorire una maggiore contaminazione e la scrittura di progetti collettivi.