Ci sono musicisti che compongono al di fuori di schemi precostituiti lasciando fluire la propria creatività all'interno di strutture libere che non sono sempre immediatamente comprensibili. Il genere "fluid/liquid pop" a cui Veronica Vitale fa riferimento sintetizza bene la visione trascendentale di un progetto che va oltre la rigida struttura della canzone per raccontare un universo sonoro e sensoriale fuori dallo spazio e dal tempo.
Pianista, compositrice e producer Italiana di nascita ma da dieci anni Statunitense di adozione, Veronica Vitale è un'artista dal curriculum internazionale dotata di una grande sensibilità nei confronti delle fragilità umane. In “Nobody Is Perfect”, uscito lo scorso novembre, Veronica duetta con la star del funk statunitense Bootsy Collins in una performance onirica, che racconta di un drammatico addio tra un padre e una figlia. Sullo sfondo, parole di anti-razzismo e anti-discriminazione.
Nel singolo uscito due mesi prima, “Transparent”, affrontava i temi del bullismo, dell’abuso di potere e dell’autolesionismo. Prodotto e realizzato negli USA presso il suo studio Visionary Vanguard Records insieme a ATL Film Company LLC per la parte video, "Transparent" è stato l'ultimo capitolo di Prismatic Dojo - La Teoria di Tutti i Colori, un esperimento visivo e sonoro di musica aurea realizzato con Patrick J Hamilton, film director californiano e allievo di Eddie Van Halen.
PC Dunque "Transparent" non era semplicemente il singolo di un possibile album in arrivo?
Veronica Vitale "Transparent" non è soltanto un brano ma è una particolare frequenza, quella dei 417Hz, che permette la guarigione da un trauma del passato. È parte della Teoria di tutti i Colori, che ho realizzato con il mio compagno Patrick Hamilton, in cui si miscelano i gradienti di colore del prisma, cioè dell'arcobaleno, insieme a particolari vibrazioni e frequenze. Infatti, quando noi osserviamo il rosso di un arcobaleno che si staglia nel cielo, per esempio, in realtà stiamo guardando una vibrazione la cui lunghezza d'onda è 428 trilioni di Hertz, ovvero 42 ottave al di sopra dell'ottava centrale di una tastiera. E noi abbiamo abbassato quella frequenza per fare in modo che l'essere umano possa ascoltarla. Ovviamente tutti gli strumenti sono stati accordati a 432Hz rispetto ai 440Hz della discografia attuale. L'idea ora è di riproporre tutti gli altri nove capitoli dei colori [che prevede "Purple (174Hz), Green (639Hz), Orange (417Hz), Blue (432 Hz), Red (396Hz), Yellow (528Hz), Platinum (963Hz), Black (741Hz) e White (852Hz), NdR].
PC Quale percorso di ascolti musicali hai fatto prima di arrivare a comporre la tua musica "liquida"?
VV Le mie radici provengono dalla musica leggera, a partire dal rock. Per esempio ascoltavo i Metallica e i Linking Park, ma anche il Maestro Battiato per arrivare a Tiziano Ferro. Ho spaziato davvero tanto e il fatto di essere stata esposta a diversi generi musicali e a diverse scuole di pensiero, l'essere stata esposta a questo spettro di colori differenti, insomma, mi ha reso assetata di ricerca. Io sono alla continua ricerca di qualcosa di nuovo, in una forma mai definita, in una specie di metamorfosi.
PC Gli artisti che hai citato, a parte Battiato, fanno parte di generi musicali convenzionali, mentre "Transparent", per esempio, ha una struttura molto libera, fluida appunto, in cui i contorni ritmici e strutturali sono molto sfumati. Questo tipo di approccio ha riferimenti in altri ambiti musicali più liberi rispetto a quelli che hai citato!
VV In effetti potrei citare anche l'ultima produzione di Battisti... o un altro compositore che amo da sempre, Hans Zimmer. A dir la verità credo che il risultato della mia musica e del mio modo di fare musica non derivi solo da influenze musicali specifiche, ma dall'aver abbracciato diverse culture nel mondo. Ho ascoltato moltissima musica indigena, molta musica funk... il mio padrino musicale è Bootsy William Collins, bassista storico di James Brown. In realtà non è che per me non esista una struttura. Il tempo per me è scandito sul primo accento e qualunque cosa tu voglia fare nel frattempo, l'importante è tornare su quel particolare accento, perché è lì che sta l'equilibrio e l'armonia del mondo. Non è che la struttura non esista, ma bisogna accettare il fatto che determinate regole, categorie ed etichette possono anche estinguersi, perciò bisogna cercare di andare oltre per sopravvivere nel tempo, specialmente in una società come questa.
PC È la tua voce a condurre il tutto ed è proprio lei a dare quel senso di libertà alle composizioni. La musica sembra quasi rincorrerla...
VV È come se le mie composizioni fossero l'orchestra che completa le mie parti vocali. Io non mi considero una "cantante" ma l'ambasciatrice di un messaggio importante. Per questo mi definisco "warrior of the light". Vedi, io faccio una distinzione tra fama e successo. La fama è quella oggi molto ricercata nel rap, che aspira a una vita facile e in cui i valori sono il denaro e il lusso. Il successo è anche la capacità di portare a termine ciò che realizziamo e che ha un inizio e una fine, anche se si tratta di un solo brano musicale.
PC E quali sono i valori fondamentali in cui credi?
VV In questo preciso momento credo molto nella libertà personale che dobbiamo difendere. Credo molto nel fatto che abbiamo un ambiente e un mondo da preservare... e poi credo nella speranza. Si sente parlare troppo poco di speranza e io vorrei innescarla in un modo o nell'altro usando mezzi nuovi. Non sono interessata a diventare un poster da appendere in una stanzetta dopo un concerto. Io arrivo da una storia di vita molto particolare, quando a 11 anni Dio mi ha dato la musica come linguaggio universale in un momento in cui avevo perso la capacità di parlare perché vittima di bullismo. Vorrei fare tesoro di quel dono e far sì che la mia vita non rimanga un granello di sabbia trasportato dal vento, ma che abbia un significato. Mi sento come un "guerriero della luce" che compone andando oltre le note di una tastiera per passare dalla dimensione del suono a quello della luce. Il mio linguaggio è liquido e queste esplorazioni del mondo sono al tempo stesso esplorazioni del mio io interiore. Vorrei che questo mio genere musicale serva da ponte a questa esplorazione anche per gli ascoltatori italiani. Il cambiamento arriva e bisogna accettarlo perché è l'unica costante.
PC Le sonorità che utilizzi fanno riferimento a un contesto onirico, come appartenente a un mondo irreale, ma negli stereotipi che soprattutto la cinematografia ha indotto nel comune sentire delle persone, corrispondono a stati d'animo negativi, di malessere. Come credi possa arrivare il tuo messaggio di speranza?
VV C'è solo una cosa che può renderci veramente felici al mondo e veramente vivi, una cosa che molte persone cercano di evitare... è il dolore. Credo che quando proviamo dolore noi rinasciamo in questa vita per la seconda volta. Grazie al dolore, ci svegliamo in questa vita, cominciamo a partecipare e sentiamo il tempo della stessa, ed è un'anima nuda e cruda. Tutti possiamo imbellettare una canzone, per esempio usando l'auto-tune come si fa oggi, ma io credo che dobbiamo essere autentici anche nella nostra sofferenza. Penso sempre al mio idolo Freddie Mercury che non cantava mai in playback e quando registrò "The Show Must Go On", pochi mesi prima di morire, fece un solo take riversandoci dentro tutta la sua anima. Quando un suono è puro e quando una canzone è vera, il messaggio è autentico e ha anche infiniti echi nel mondo. Perciò io vado anche a caccia di suoni autentici per il mondo.
PC Quali sono gli step della tua vita artistica che consideri fondamentali?
VV Anzitutto il fatto di essere nata in Italia, che per me è motivo di orgoglio, anche se all'inizio della mia permanenza all'estero ho dovuto superare alcuni stereotipi. La prima volta in Germania, nel 2009, l'Italia non era solo pizza e mafia, ma anche bunga bunga... e io ci piangevo la notte perché sono una ragazza che non è mai scesa a compromessi con nessuno per raggiungere il mio sogno. Ma comunque la Musikmesse del 2010 e poi la successiva Bookmesse sono stati due momenti importantissimi. Il primo momento importante della mia vita è stato però quando da bambina sono stata vittima di bullismo. Allora non parlavo più e cominciai a comporre musica con il pianoforte da sola. È così che la musica ha iniziato a essere per me un viaggio interdimensionale e anche spirituale. Un altro step importante è stato quando ho portato mio padre negli Stati Uniti per fargli vedere quello che ero riuscita a realizzare, il mio studio di registrazione e il team di persone che lavorano per me. Io sono nata in una città dove aprivo la finestra della mia stanza e vedevo il Vesuvio. Ora apro la finestra e leggo la scritta Hollywood. E per una persona che ha fatto tutto da sola questo è emozionante e commovente.
PC Come sei riuscita a realizzare il tuo studio di registrazione Visionary Vanguard a Los Angeles?
VV Quando mi sono trasferita negli Stati Uniti ho messo insieme il mio team nel 2015 a Cincinnati in Ohio, la città del funk, ed è stato lì che ho capito cosa significa lavoro di squadra e investimento reciproco. Sono cresciuta in Italia con l'idea che l'artista ha bisogno di un manager e mi sono ritrovata negli Stati Uniti nella condizione di fare da arrangiatore, da manager e tutto il resto. Ma quando sai fare il manager di te stesso allora puoi assumere un manager perché sei sicura che il lavoro lo saprà fare. Ora il mio studio è ad Atlanta in Georgia perché con la crisi della pandemia gli stati della California e di New York sono stati i più colpiti ed era difficile spostarsi.
PC In quali nuovi progetti sei impegnata attualmente?
VV Mi sto occupando di una produzione che potrei definire Motion Picture of Sound perché quando penso ai miei video li immagino come delle storie da raccontare al massimo della qualità audio/video. Per questa ragione produco sempre i miei video in 6K o 8K.
PC Hai mai sperimentato l'audio immersivo?
VV Ho provato l'acustica della realtà aumentata usando i particolari guanti e anche abbigliamento per il controllo dei parametri sonori, ma non ho ancora prodotto nulla.
PC Con quali strumenti componi invece e con quale approccio creativo?
VV Io nasco pianista per cui la transizione alle tastiere è stata naturale. Parlando di produzione su DAW, ne uso 5 o 6, da Studio One, a Reason, a Logic e Protools, perché mi piace spaziare in diverse direzioni. Sono anche un'amante di plugin, soprattutto Arturia e Flex, ma anche Omnisphere.
PC Omnisphere lo ha realizzato un altro italiano, il sound designer Diego Stocco...
VV In Italia abbiamo ancora il permesso di essere umani e credo che la nostra creatività dipenda dal fatto che ancora siamo il nido della cultura. Tutto è partito da qui... in più io sono nata nel Sud!
PC Ah be', parlando di musica, Napoli in particolare ha detto molto anche a livello internazionale. Ricordo che molti anni fa la rivista Guitar Player premiò Pino Daniele come migliore chitarrista blues...
VV Ti devo confessare che quando parlo di musica spesso non posso menzionare che sono nata in provincia di Napoli, perché si è fatta una violenza assurda nei confronti della musica napoletana identificata oggi solo nel neo-melodico. Napoli è la città della cultura e della poesia, se pensiamo al grande Eduardo ma anche a Totò... e ci sono tantissimi artisti che hanno voluto studiare il dialetto per eseguire il repertorio napoletano.