Amplificatore “Plexi” Marshall: Perché il suo Suono è così Ambìto?

Amplificatore “Plexi” Marshall: Perché il suo Suono è così Ambìto?

Quante volte hai sentito parlare del suono “Plexi”? Ci sono pedali, amp in a box e centinaia di plugin e pedaliere digitali che cercano di emulare il suono di vari modelli Plexi. Alcuni amplificatori valvolari moderni includono canali dedicati per replicare il suono Plexi. Ma perché tutta questa ossessione? Qual è il motivo che spinge migliaia di chitarristi all’incessante ricerca di questo timbro? 

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Storia ed evoluzione del suono “Plexi”

Il motivo principale per cui il suono Plexi è così ambito dai chitarristi è perché ha definito alcune delle pagine più importanti della storia del rock e, di conseguenza, della chitarra elettrica. Artisti del calibro di Jimi Hendrix, Eric Clapton, Eddie Van Halen, Ritchie Blackmore e Jimmy Page si sono rivolti al suono Plexi. 

Quando si parla di suono Plexi, ci si riferisce al classico suono Marshall, caratterizzato da una distorsione ricca e da medie potenti. Tuttavia, è anche importante capire cosa si intenda per “Plexi”. Il termine Plexi, infatti, non è stato inventato da Marshall per classificare i suoi amplificatori, ma si riferisce ad una famiglia di modelli caratterizzati da un pannello di controllo in plexiglass anziché in alluminio. 

Ad esempio, sia il Marshall Studio Vintage che il 1987x Reissue hanno il pannello in plexiglass per questo motivo. Anche il JTM45 fa parte della famiglia Plexi, pur non avendo necessariamente il "Plexi sound".

C'è spesso confusione tra i termini "amplificatori Plexi" e "suono Plexi". Gli amplificatori della famiglia Plexi includono modelli come l'SV20, il 1959 Super Lead, il 1987x e il JTM 45. Tuttavia, quando si parla di "suono Plexi", si fa riferimento in particolare al 1959 Super Lead, un amplificatore inventato da Jim Marshall per rispondere alla necessità di maggiore volume e headroom, a fronte di un bisogno dei chitarristi di distorsione a volumi più alti. 

Tuttavia, è bene sottolineare che il 1959 Super Lead, nonostante il nome, non è stato inventato in quell’anno: 1959 non è altro che il numero del modello. Allo stesso modo, il 1987 Reissue non è legato all’anno 1987, ma è la versione da 50 watt del Super Lead. 

Il suono “Plexi”: come ottenerlo? 

E’ importante notare che tutti gli amplificatori della famiglia Plexi, sia da 100 watt, 50 watt oppure da 20 watt, hanno un volume impressionante. Generalmente, sono amplificatori difficili da gestire perché non hanno il Master Volume e sono monocanale. Ciò significa che per ottenere il livello desiderato di distorsione, bisogna alzare il volume a livelli medio-alti. Un volume troppo basso, quindi, non consentirà all’amplificatore di distorcere correttamente, ottenendo un suono che non può essere definito “Plexi”. 

Ovviamente, suonare a volumi alti in un appartamento non è possibile, a meno che tu non voglia avere problemi con il vicinato. Ecco perché un dispositivo come il Torpedo Captor X, un attenuatore di potenza, si rivela fondamentale per sfruttare questi amplificatori in casa oppure in studio, mantenendo volumi gestibili. 

In ogni caso, quando ci si trova davanti ad un amplificatore “Plexi”, ottenere il caratteristico suono è molto semplice perché il pannello dei controlli è sempre lo stesso ed è molto intuitivo da configurare. Essenzialmente, gli amplificatori Plexi si caratterizzano da un’equalizzazione a tre bande, Presence e due volumi separati per canale. L’equalizzazione e la Presence agiscono sul suono, senza stravolgerlo. 

Sebbene sia vero che gli amplificatori Plexi siano monocanale e non hanno il passaggio da pulito a distorto come gli ampli moderni, è altrettanto vero che presentano due ingressi separati che permettono di accedere a due canali distinti. Il canale di destra offre un suono più scuro e cupo, mentre il canale di sinistra è più brillante. 

Il volume del canale di sinistra è controllato dal Volume 1, mentre quello del canale di destra dal Volume 2. Questo vale sia per la versione da 50 watt che per quella da 100 watt. Per ottenere il suono Plexi caratteristico, si può inserire la chitarra in uno dei due canali e collegare i due ingressi con un Patch Cable, miscelando i volumi per bilanciare il suono.

Ad esempio, rivolgendosi al canale “scuro”, si ottiene un suono con meno gain e più ovattato; è il canale “brillante” ad avvicinarsi al classico suono Plexi. Invece, miscelando entrambi i canali, si bilanciano le alte frequenze con le basse, ottenendo il vero Plexi Sound. 

Il suono Plexi, quindi, è sinonimo di distorsione potente e incisiva. Tuttavia, non arriva a distorcere abbastanza da essere completamente autonomo in generi come l’hard rock o il metal: l’aiuto di un pedale sarà sempre ben accetto. 

Suonare con un amplificatore Plexi è un’esperienza difficile da suonare. Sembra quasi di essere trasportati indietro nel tempo, in un’epoca in cui la tecnica lasciava spazio alla sostanza e all’istinto. 

Conclusioni 

Il suono “Plexi” è un capitolo fondamentale nella storia della musica rock. Con la sua distorsione e le medie frequenze potenti, ha influenzato generazioni di chitarristi, da Jimi Hendrix a Eddie Van Halen. 

La famiglia degli amplificatori Plexi, con il loro pannello di controllo in plexiglass, offre un’esperienza sonora unica, in cui ogni nota e accordo hanno un peso significativo. Ottenere il Plexi Sound non è complicato: è sufficiente scegliere l’amplificatore giusto che ti consentirà di accedere ad un suono leggendario.