Senza ombra di dubbio, i moog sono i sintetizzatori che hanno fatto la storia della musica. Bob Moog, a suo tempo, fu il primo ad introdurre sul mercato il primo vero sintetizzatore a tastiera portatile, accessibile e producibile su larga scala. I primi utilizzatori di questa nuova macchina furono i Simon & Garfunkel, i Beatles, i Doors e in Italia Lucio Battisti e Franco Battiato.
Perché ancora oggi il Model D è così tanto ricercato? Questo strumento ha definito lo standard sia a livello sonoro che di architettura di quelli che sono oggi i sintetizzatori più diffusi in commercio. Tuttavia, spesso risulta essere inaccessibile a livello economico. Almeno fino ad oggi.
Sì perché Behringer ha deciso di realizzare due sintetizzatori che hanno lo stesso motore di generazione sonora analogico: il Model D e il Poly D. Queste due macchine riproducono molto fedelmente la circuiteria e l’architettura dell’originale Model D ad un prezzo veramente accessibile.
Nelle prossime righe, approfondiremo le caratteristiche del Model D e del Poly D andando a sottolineare anche le principali differenze tra queste due macchine. Se vuoi approfondire, continua a leggere la guida oppure guarda il video completo:
Leggi le nostre guide dedicate ai Synth:
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Model D
Il Behringer Model D è, tra le due, la macchina più piccola e più economica che può essere rimossa dal suo case e inserita all’interno di un eurorack. Inoltre, il synth è fornito di un paio di cavetti patch per sintetizzatori e di un cavo per alimentazione che serve per collegarlo alla power board nel case modulare.
Sulla macchina è presente una struttura che è molto simile a quella dell'originale Model D:
- sezione controllers
- tre oscillatori
- sezione mixer con i volumi dei vari oscillatori
- 1 external IN
- un filtro molto potente che può seguire le sorgenti di modulazione
Il Model D ha un keyboard tracking che ha tre livelli di mix e può essere inviluppato con un inviluppo ADS (Attack Decay Sustain). Un altro aspetto interessante è che ci sono tutte le uscite CV ed LFO che possono essere integrate in un sistema modulare o semi modulare e, sul retro, sono disponibili due uscite, una LOW e una HIGH.
La prima offre un’alta impedenza e un basso livello ed è perfetta per essere mandata in un amplificatore oppure in una pedaliera per chitarra. La seconda, invece, ha un’impedenza minore che può essere mandata in scheda audio oppure al mixer.
Con il Model D, la modulazione sugli oscillatori e sul filtro può derivare dall’oscillatore 3 impostato come LFO oppure dall’LFO ausiliario che può andare in onda quadra oppure in onda triangolare.
Poly D
Il Behringer Poly D è la vera “bestia” del duo. Si tratta di un sintetizzatore integrato con tastiera dall’aspetto estetico impressionante con elementi in legno. La tastiera ha un feeling morbido e piacevole al tatto, mentre il pannello del synth è realizzato in acciaio ed è molto resistente.
Sul Poly D è disponibile un oscillatore in più rispetto al Model D per un totale di 4 oscillatori. La sezione controller del Poly D è governata dalla Moog Wheel che garantisce un controllo raffinato su ciò che si sta suonando.
Troverai anche un LFO come nel modello originale e potrai scegliere come sorgente di modulazione LFO oppure Noise, l’oscillatore 4 in modalità LFO o l’envelope generator del filtro.
Dal punto di vista dell’interfaccia, gli elementi aggiuntivi rispetto all’originale Model D della Moog e al Model D Behringer sono:
- La sezione effetti che prevede una distorsione con il suo filtro
- Due poli diversi di chorus che funzionano in maniera completamente analogica
Sul Poly D è disponibile la modalità Mono (una nota alla volta), Unisono e Poly che assegna al primo tasto che si suona il primo oscillatore, al secondo il secondo oscillatore e così via.
Ciò che rende i Behringer dei Moog a tutti gli effetti non sono solo gli oscillatori che sono ben suonanti ma anche la gestione perfettamente replicata dall’originale Moog degli stessi oscillatori che, all’interno di un arpeggio, possono essere mutati per creare degli interessanti pattern quando si passa alla modalità polifonica.
Differenze tra Model D e Poly D
Come avrai potuto notare, ci sono delle notevoli differenze tra le due macchine. Innanzitutto, il Poly D è più potente, tuttavia, se vuoi avere un sound e un approccio più simile al Model D Moog, forse la tua scelta dovrebbe ricadere sull’omonimo Behringer che in termini di architettura e di elementi è praticamente identico all’originale.
C’è da sottolineare, però, che il Poly D aggiunge gli effetti come due tipologie di chorus e la distorsione. Effetti che nel Model D non sono presenti. Così come il quarto oscillatore.
Per quanto riguarda la tastiera, quella del Poly D è di altissimo livello offrendo un ottimo feeling. Il Model D, invece, non ha la tastiera integrata ma ciò non è necessariamente un aspetto negativo. Infatti, si potrà scegliere la tastiera che più si preferisce e ottimizzare gli spazi. Il Poly D si integra anche di un arpeggiatore e di un sequencer, assenti nel Model D.
In generale, la costruzione di entrambe le macchine è più che soddisfacente considerando anche la fascia di prezzo in cui questi due prodotti si posizionano. Tuttavia, bisogna sottolineare che quella del Poly D è decisamente superiore rispetto al Model D.