I nuovi video, in pubblicazione sul seguitissimo canale YouTube di Riccardo, Febbre da Chitarra, sono stati prodotti in collaborazione con Mercatino Musicale.
"Uno degli obiettivi di questi miei video", racconta Riccardo, "è riportare alla luce vecchie perle del passato, non così famose, ma ancora oggi presenti nella memoria di molti. Prima di tutto vado su Mercatino Musicale, di cui sono utente ormai da molti anni, a caccia di strumenti per i quali spesso non si trovano informazioni neppure sul web. Faccio una prima scrematura osservando i prezzi. Se sono troppo alti o troppo bassi, passo oltre. Osservo sempre la data di iscrizione del venditore, perché è più facile che la truffa stia dietro un utente appena iscritto che magari vende un prodotto a un prezzo ridicolo. lo preferisco anche spendere i soldi per un viaggio in modo da controllare il prodotto di persona, piuttosto che rischiare di ritrovarmelo inutilizzabile a casa dopo averlo pagato. A questo punto, se trovo uno strumento interessante e in buono stato, lo compro, lo sistemo senza mai alterare o sostituire le parti originali, lo studio, cercando di capire da dove arriva e, dopo aver ricostruito la sua storia, gli assegno il giusto valore e lo rimetto in vendita sul Mercatino, facendolo così rientrare correttamente nel circuito dell'usato. Dopo averlo venduto ed essere rientrato dall'investimento ne cerco un altro... e così via. Così ho fatto con una Burny giapponese degli anni Ottanta, copia storica di una Gibson Les Paul, con le signature Zakk Wilde costruite da Gibson ed Epiphone prima che lui fondasse il suo brand e con /'amplificatore Carvin Steve Vai Legacy oggetto dell'ultimo video".
Il mercato del vintage è pieno di strumenti d'epoca semi-sconosciuti venduti a prezzi non sempre corrispondenti al loro giusto valore. Ecco che l'operazione di Riccardo è utile anche per dare un po' di cognizione a chi vende e a chi compra strumenti datati, rafforzando o ridimensionando il valore dei modelli in offerta sulla base di una corretta conoscenza: "Ci sono strumenti che meritano di riacquistare una loro dignità e altri che non sono proprio dei cimeli storici, ma semplicemente strumenti fuori produzione. Ci sono strumenti che erano apprezzati fin dall'inizio e altri che, all'epoca in cui sono usciti, non erano percepiti bene dal mercato e venivano svenduti, magari perché avevano un sacco di problemi che portava la gente a odiarli. Perciò non ha senso che oggi abbiano un valore maggiore solo perché vecchi".
Il meccanismo che porta al lievitamento dei prezzi di questi vecchi strumenti è semplice. Spiega Riccardo: "Ci sono chitarre che fino a una decina di anni fa si potevano comprare a un costo ragionevole e che oggi, a vent'anni dalla loro uscita di produzione, hanno raggiunto prezzi incomprensibili. Basta che il primo dei possessori metta in vendita un certo modello a un prezzo elevato, perché gli altri lo seguano. E chi ne possiede un modello particolarmente ben tenuto, spara un prezzo ancora più alto, Ma non c'è nessun elemento che ne motivi la rivalutazione".
Attualmente la ricerca di Riccardo è concentrata sulle produzioni anni Ottanta giapponesi e orientali in generale, e pesca da marchi di cui si sa pochissimo in Italia: "La fattura delle chitarre giapponesi degli anni Ottanta era ben diversa da quella di uno strumento del primo made in China anni 2000 a cui oggi, vent'anni dopo, qualcuno pensa tra l'altro di poter assegnare lo stesso tipo di rivalutazione".
È vero che molti collezionisti non si pongono minimamente il problema della suonabilità dello strumento, ma è anche vero che gli strumenti vintage anni Sessanta/Settanta, e in parte anche anni Ottanta, hanno il valore che hanno proprio perché sono stati scelti dai musicisti di quegli anni. Mentre quelli costruiti negli anni Novanta/Duemila non hanno proprio lo stesso appeal da questo punto di vista. "Molti strumenti di marchi giapponesi anni Ottanta a noi sconosciuti sono finiti nelle mani di musicisti importanti non solo orientali", spiega Riccardo, che precisa che c'è anche un sacco di produzione giapponese non così pregevole, considerata brutta allora e che brutta resta ancora oggi.
Fare lo stesso tipo di operazione di "recupero" sugli amplificatori, è invece più complicato perché i prodotti usati non arrivano benissimo ai giorni nostri. Spiega Riccardo: "È però più facile sceglierli perché non ci sono stati così tanti produttori come per le chitarre e gli ampli di cui vale la pena parlare non sono molti. Sono modelli che magari sono usciti di produzione venti/trenta anni fa e che oggi sono ancora interessanti".