Se suoni la batteria o sei semplicemente un musicista, scommettiamo che almeno una volta nella vita tu abbia sentito parlare dei piatti Zildjian. Infatti, si tratta probabilmente della marca di piatti per batteria più famosa al mondo che produce alcuni degli strumenti di qualità migliore.
Nella guida che stai per leggere, abbiamo deciso di confrontare 4 tipologie di kit di piatti di batteria Zildjian appartenenti ad altrettante fasce di prezzo per scoprire come cambia il suono e la qualità dei prodotti all’aumentare dell'investimento.
Se vuoi scoprire tutto sui i migliori piatti Zildjian e ricevere qualche consiglio su quando acquistare un kit di fascia prezzo superiore, continua a leggere la guida oppure guarda il video completo:
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Migliori Piatti Zildjian
Kit Zildjian Planet Z
Il primo kit di piatti Zildjian è il Planet Z. Si tratta di piatti molto “luminosi” dal punto di vista estetico e vengono venduti insieme ad un paio di bacchette 5A. Il kit Planet Z è composto da un charleston da 14’’, un crash da 16’’ e un ride da 20’’.
I Planet Z sono i piatti Zildjian più economici e presentano un sustain molto limitato che non è necessariamente un aspetto negativo. Infatti, questi piatti possono essere sfruttati perfettamente in luoghi chiusi e ciò li rende adatti ad un uso casalingo per esercitarsi.
Il ride è un piatto che ha un suono definito e che può essere utilizzato anche come crash. Il charleston, invece, presenta un suono metallico tipico dei piatti meno costosi. In ogni caso, il set Planez Z di Zildjian può essere fatto rientrare di diritto nei piatti batteria economici ma buoni.
Kit Zildjian i Family
Il Kit “i Family” è il secondo di questo confronto e prende il nome da Ilham, la parola turca che significa “ispirazione”. Anche in questo caso, il pack standard prevede un charleston da 14’’, un crash da 16’’ e un ride da 20’’.
Questi piatti sono realizzati in bronzo e garantiscono delle caratteristiche che permettono al batterista di trovare dei suoni non classici. Ad esempio, il suono del charleston è più pastoso e meno metallico rispetto al kit Planet Z. Invece, il ride è molto scuro. Tutti questi fattori consentono al kit “i Family” di avvicinarsi a dei piatti appartenenti ad una fascia di prezzo maggiore.
Kit Zildjian K Dark
Facendo un vero e proprio salto di qualità, anche in termini di prezzo, è il momento di parlare della serie “K Dark” di Zildjian. A partire dall’impatto estetico, si nota subito come questi piatti siano decisamente più costosi di quelli analizzati fino ad adesso.
Innanzitutto, il kit prevede 4 piatti e non 3: c’è un charleston da 14’’, un crash da 16’’ e uno da 18’’ e un ride da 20’’. Nel complesso si tratta di piatti molto versatili che si adattano a tutti i generi musicali, dal rock più pesante al jazz.
Kit Zildjian K Sweet
Infine, l’ultimo kit è il “K Sweet” di Zildjian. E' il set più costoso dei 4 e presenta anche delle particolarità. Ad esempio, il charleston è da 15’’, i due crash sono rispettivamente da 17’’ e 19’’ mentre il ride è da 21’’.
Anche in questo caso, la serie “K Sweet” è perfetta per tutti i tipi di musica. Con questo kit, Ziljdian ha voluto estendere i suoni della serie K abbracciando timbri più reattivi e dolci. Tutte le campane dei piatti creano delle frequenze ben bilanciate.
Breve storia di Zildjian
Che tu suoni o meno la batteria, siamo sicuri che avrai sentito parlare del brand Zildjian. Probabilmente, è la marca che più delle altre viene associata alla categoria “batterie” e la sua storia è davvero interessante.
Si parte nel 1618, quando un alchimista di nome Avedis stava cercando con tutte le sue forze di elaborare una formula per l’oro. Tuttavia, durante i suoi esperimenti, si imbattè in un materiale che divenne la base per la produzione dei piatti Zildjian. Ancora oggi, questa lega è top secret e viene utilizzata in ogni singolo piatto del celeberrimo brand.
Nel 1623, il sultano di Turchia diede il nome “Zildjian” ad Avedis, parola che letteralmente significa “fabbro di cembali”. Il 1623 fu l’anno in cui ufficialmente nacque Zildjian e da quel momento in poi l’azienda non ha fatto altro che perfezionare la produzione di piatti su larga scala.
All’inizio, i piatti venivano prodotti per i soldati e le band del Sultano. Successivamente vennero utilizzati per suonare tutti i generi musicali come jazz, rock, pop, hip hop, etc.
Un altro aspetto da sottolineare è che Avedis Zildjian III introdusse i termini crash e ride per aiutare i batteristi a spiegare di cosa avessero bisogno.
Ancora oggi, Zildjian è un’azienda all’avanguardia nella produzione di piatti per batteria. Per ogni singolo piatto sono 15 le persone che lavorano insieme e i prodotti attraversano un processo di lavorazione di 14 fasi. Ogni piatto, poi, viene testato da un team di esperti in maniera tale che garantisca determinati standard di qualità.