Probabilmente, se fai parte di una vecchia generazione di chitarristi, sarai stato sicuramente in possesso del tanto discusso amplificatore a transistor, anche chiamato a “stato solido”, un’alternativa economica al più costoso valvolare e che spesso veniva utilizzata da musicisti alle prime armi.
Ancora oggi, molti si chiedono se l’amplificatore transistor abbia uno scopo oppure sia una soluzione da prediligere solamente se sei un chitarrista alle prime armi. Nella guida che stai per leggere, quindi, vogliamo dare una risposta definitiva all’annosa domanda: quale amplificatore scegliere tra transistor e valvolare?
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Come funziona un amplificatore a transistor?
Un amplificatore transistor è un dispositivo che utilizza la tecnologia a transistor per poter amplificare un segnale audio. Il transistor è quella tecnologia che, nel corso degli anni, ha sostituito le valvole all’interno di un ampli per chitarra.
Una delle tipologie di transistor più comuni è la BJT (Bipolar Junction Transistor), un sistema basato su un metodo bipolare a giunzione. Gli amplificatori di questa tipologia si caratterizzano da un’alta impedenza in entrata e una bassa impedenza in uscita. Ciò li rende anche meno delicati rispetto ad un amplificatore valvolare e più resistenti. Il tutto, si traduce anche in un prezzo decisamente più economico.
Differenze tra amplificatore transistor e valvolare
Immagina che l’interno di un amplificatore sia diviso in due parti. La prima corrisponde alla preamplificazione, dove entra il suono della chitarra e in cui quest’ultimo viene modellato. Il secondo stadio viene chiamato finale di potenza e prende il suono dal preamplificatore, lo aumenta di volume e lo fa uscire dal cono.
Negli amplificatori valvolari, sia nella prima che nella seconda fase ci sono delle valvole. Invece, negli amplificatori a transistor le valvole non ci sono e sono sostituite da circuiti che svolgono proprio il lavoro delle valvole stesse. Per questo motivo, si tratta di amplificatori che si comportano in maniera diversa e che producono un suono differente. Tuttavia, questa non è l’unica differenza tra una soluzione e l’altra.
Gli amplificatori a transistor hanno un costo decisamente inferiore rispetto ai valvolari, anche a parità di wattaggio, soprattutto se questi ultimi sono prodotti in Occidente. Inoltre, la tecnologia valvolare comporta un peso decisamente superiore.
A ciò si aggiungono anche due aspetti da non sottovalutare: delicatezza e manutenzione. Le valvole, essendo di vetro, sono fragili e più facili da rompere. Inoltre, sono anche più soggette ad usura nel tempo. L’amplificatore a transistor, invece, non ha bisogno di nessuna manutenzione in particolare.
Un altro fattore di cui tener conto quando si confrontano queste due tipologie di amplificatori è che i transistor, soprattutto nelle sue varianti digitali, offrono più possibilità di suono, più effetti integrati, etc. Al contrario, gli amplificatori valvolari offrono al massimo tre tipologie di suono senza la presenza di alcun tipo di effetti.
Perché scegliere un amplificatore a valvole?
Adesso che hai capito quali sono le differenze tra un amplificatore valvolare e uno a transistor, probabilmente ti starai chiedendo il perché spendere tanti soldi per il primo, considerando che il secondo ha dalla sua parte numerosi vantaggi.
Quando si parla di qualità sonora, è comune pensare che l’amplificatore a stato solido sia il peggiore e che nessuno, al di fuori dei novizi, lo utilizzi. In realtà, gli amplificatori di questo tipo presentano caratteristiche che vengono impiegate anche in contesti musicali professionali. Il motivo è molto semplice: il suono di un amplificatore a stato solido non è condizionato dal volume a cui lo si suona.
Devi sapere, infatti, che gli amplificatori a stato solido sono caratterizzati da suoni puliti anche ad altissimi volumi non essendoci valvole a saturare dall’interno. Ciò si riflette anche sulla distorsione che, quindi, non cambia al variare del volume.
In quale campo l’amplificatore valvolare supera la “concorrenza”? La regola da ricordare quando si parla di amplificatore valvolare è che ad un aumento del volume corrisponde anche una maggiore distorsione. Potremmo dire, quindi, che ogni ampli ha un suo sweet spot, quel punto in cui le valvole stanno lavorando a sufficienza da produrre il tipico natural overdrive dai valvolari senza però tradursi in una eccessiva compressione.
L’amplificatore a transistor, invece, non ha la tecnologia al suo interno per raggiungere questo stato. Non si tratta solamente di non riuscire a riprodurre un suono, ma anche un feeling e una sensazione che solamente chi ha provato un amplificatore valvolare è in grado di riconoscere. In un ampli a transistor, infatti, il suono non cambia al variare del modo di suonare del chitarrista e tanto meno del volume. Questo aspetto, invece, rappresenta il vero e proprio punto di forza della valvola.
La dinamica al tocco e i suoni distorti e crunch di un valvolare sono gli elementi che distinguono questi ampli e li rendono i preferiti da decine di migliaia di chitarristi.
Amplificatore valvolare: sceglierlo è sempre una buona idea?
Prima di concludere, è bene fare qualche altra considerazione in merito a queste due opzioni. Infatti, è importante sottolineare che non sempre c’è bisogno di un suono che cambia al variare del nostro tocco. Così come si potrebbe non aver mai bisogno di suoni troppo distorti.
Quindi, sebbene il suono di un amplificatore valvolare sia considerato più reale e più bello, non sempre potrebbe rivelarsi la soluzione giusta. Il discorso vale, soprattutto, per chi è alle prime armi e non ha un grande controllo della dinamica oppure per chi non è in possesso di troppi effetti. Insomma, spendere così tanti soldi per un valvolare potrebbe non rivelarsi la scelta più corretta.
Detto questo, è importante sottolineare che i moderni amplificatori a stato solido suonano bene e offrono tante opportunità di suoni ad un prezzo più che accessibile.