di Piero Chianura
Con la fine dell’estate ci si “rimette i panni addosso”. Non solo nel senso che si torna a indossare vestiti a maniche lunghe, pantaloni e calze, ma che si ripensa a ciò che si vuole essere. Rivestiremo gli stessi panni di prima o ne indosseremo di nuovi? È per questo che molti considerano il mese di settembre come il vero inizio del nuovo anno.
Ma quali panni vestire in questo periodo di incertezza generale? Credo sia superfluo elencare di quali incertezze si tratta, ma tutti gli ambiti della nostra vita ne sono coinvolti. Il grado di coinvolgimento emotivo causato dalla sovraesposizione mediatica a cui siamo tutti sottoposti è ai massimi livelli in questo momento storico carico di cattive notizie. Ma tutto ciò rischia di generare una sorta di assuefazione alla negatività.
Il punto è che come individui non possiamo accettare a lungo questa condizione perché essa ci condurrebbe a un baratro da cui sarebbe poi difficile risalire.
È per questa ragione che dovremmo porre un freno alla ricerca spasmodica delle ultime notizie (ieri il bollettino pandemico, oggi quello di guerra e sui prezzi del gas) per ricominciare a vivere (anche) della felicità del quotidiano e senza sensi di colpa; un quotidiano che, per chi vive di musica, è fatto di suoni che hanno il potere di risollevarci dalle negatività che da troppo tempo ci opprimono.
L’alleanza tra pratica musicale (artistica in generale) e salute, infatti, si regge su un corpo sempre più solido di evidenze scientifiche. In una recente pubblicazione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha reso noti i risultati del più grande studio mai effettuato sul tema: What is the evidence of the role of the arts in improving health and well-being?, disponibile anche in lingua italiana sul sito del Cultural Welfare Center. Lo studio si concentra sul ruolo che le arti possono avere nella gestione delle malattie all’interno dei percorsi di cura negli ospedali, ma anche nei luoghi della nostra vita sociale in cui le pratiche artistiche riescono a farci stare meglio.
Per chi ha smesso di farlo o per chi non ha mai potuto farlo prima, mai come in questo periodo “vestire i panni” del musicista può rivelarsi la scelta migliore per ritrovar se stessi o anche solo per regalarsi qualche momento di benessere.