Fluidità di Pensiero - Editoriale

Fluidità di Pensiero - Editoriale

Il termine “fluidità” divide l’opinione pubblica quando viene accostato a un argomento sensibile come la sessualità o il genere, ma l’essere fluidi è un’attitudine positiva in tanti ambiti dell’esperienza umana.

Pensiamo per esempio alla “fluidità di pensiero”, cioè quella capacità di trovare soluzioni diverse e ingegnose allo stesso problema. Si tratta di un’attitudine mentale spontanea e non lineare, basata sulla curiosità e sull’anticonformismo.

Tutto questo ha molto a che vedere con l’arte. Penso alla Factory newyorkese di Andy Warhol, così trasversalmente fluida da tutti i punti di vista (perciò anche duramente criticata) e così capace di accogliere personalità all’avanguardia portatrici di una propria visione del futuro, anche se non sempre interessante. 

Questo modo di pensare creativo, però, appare in netto contrasto con il comportamento sociale diffuso oggi. Mentre un approccio fluido aiuterebbe almeno a comprendere la complessità del mondo di oggi, la maggior parte delle persone si polarizza su rigide posizioni contrapposte.

Sappiamo che la diffusione dei social network ha semplificato il linguaggio appiattendo quasi sempre il dialogo sul piano del puro esibizionismo e con tempi di discussione ridotti all’osso. Estinti i momenti di riflessione necessari a chiarirsi le idee, si è chiamati a decidere velocemente da che parte stare a botte di like e unlike con brevi declamazioni a supporto del proprio sintetico punto di vista. A favore o contro i Måneskin, contro o a favore della SIAE... prendendo in considerazione i trend musicali. Quando oggi ci chiedono se per noi sia bene o male utilizzare l’Intelligenza Artificiale per comporre musica, forse potremmo declinare l’invito a dichiararci pro o contro l’IA e dichiarare invece cosa vogliamo essere e produrre. Tutti hanno il diritto di sfruttare l’IA per ragioni esclusivamente commerciali oppure usarla come aiuto per rendere più interessante la propria produzione artistica. Quelli che potremmo definire gli “anticorpi” a un uso inconsapevole o puramente speculativo dell’IA saranno sempre il dialogo, il confronto tra punti di vista differenti e un solido progetto che giustifichi le nostre scelte strumentali, manuali o meccaniche che siano.