Goliath è un'interfaccia audio di alta qualità dotata di 64 I/O, multiple tipologie di connessione, un sistema di routing e una qualità audio difficilmente riscontrabili in altri prodotti. Nella versione HD, sono presenti due connessioni HDX per Avid Pro Tools HD, che rendono possibile lavorare su più DAW nella stessa sessione
HARDWARE
Parto dalla cosa che mi ha stupito di più, ossia la conversione D/A: la prima, dedicata alle uscite monitor, con ben 132 dB di dinamica, affidata a due PCM1792 a 24 bit di ultima generazione, che supportano sia streaming PCM che DSD e lavorano fino a 200 kHz di sample rate. La particolarità di questi convertitori è quella di poter essere utilizzati in mono, con un assorbimento di 9V RMS ciascuno, espandendo la dinamica da 129 a 132 dB. Ne sono quindi stati inseriti due, uno per il canale Left e uno per il Right: veramente notevole, non c’è che dire. Le altre uscite analogiche sono invece affidate ai convertitori D/A ESS ES9028PRO, a 32 bit e con 129 dB di dinamica e una THD+N di -120 dB, quindi un po’ più trasparenti rispetto ai PCM1792 (THD+N di -108dB) ma inferiori in dinamica, se così possiamo dire di un convertitore con 129 dB di dinamica!
CONNESSIONI E CONTROLLO
Sul pannello frontale, da sinistra a destra, troviamo due uscite per il reamp, quattro input ad alta impedenza con relativi controlli del gain, touchscreen a LED per accedere ai vari menù e sotto-menù, 16 knob per gestire il gain degli ingressi microfonici, potenziometro per il controllo del volume di tutti gli output analogici, due uscite cuffie, pulsante Mono, Antelope Button (in combinazione con altri tasti permette di accedere ad alcuni controlli speciali) e Mute. Il pannello posteriore è invece dedicato principalmente alle connessioni audio e, sempre da sinistra a destra, ci sono il collegamento al cavo di alimentazione, word clock input, input 10M input per collegare un Antelope 10M (Master Clock), due word clock out, S/PDIF I/O, due ADAT I/O (16 canali totali a 44,1 e 48 kHz, otto canali a 88,2 e 96 kHz, quattro canali a 176,4 e 192 kHz), AES/EBU (8 canali), due Monitor Ouput, due MADI, quattro output su DB25, connessione Thunderbolt, connessione USB3, due connessioni HDX (64 canali) per Pro Tools HD o Native, due input analogici di tipo DB25, 16 ingressi combo XLR jack mic/line/Hi-z, infine due insert TRS, collegati ai primi due ingressi analogici.
ROUTING
Il routing interno a Goliath HD funziona essenzialmente secondo un principio from/to, ossia la finestra non è la classica griglia a matrici ma è divisa in due sezioni contenenti tutti gli I/O fisici e virtuali dell’interfaccia: basta trascinare un oggetto dalla finestra From in un punto della finestra To per eseguire un routing basilare e ripetere poi l’operazione per renderlo via via più complesso e comprendere gli effetti FPGA, le finestre di mixer, le uscite monitor/cuffie, la registrazione sulla DAW e via dicendo. Per esempio, se si vogliono utilizzare i plug-in FPGA su delle tracce già registrate in una DAW, bisogna indirizzarle verso gli input degli effetti (AFX in) e poi dagli output degli effetti (AFX out) rientrare nei TB REC o USB REC. Volendo utilizzare anche il riverbero integrato, bisognerà prima passare dalla finestra MIX CH1, effettuare la mandata al riverbero e in seguito rientrare in un TB REC a vostra scelta.
MIXER E METER
Il mixer interno include finestra di routing, una sezione dedicata ad alcuni effetti come compressori, equalizzatori (con emulazioni di alcuni mostri sacri dell’era vintage), testate e cabinet per chitarra. Dispone anche di una pagina per il trim delle uscite di linea, una per il volume e la compensazione del delay dei canali HDX/ MADI e infine una finestra di metering di tutti gli input/output dell’interfaccia. Le finestre di mix sono in totale quattro, ognuna assegnabile agli input/output che si desidera in modo da controllarli separatamente e utilizzarli come meglio si addice alla situazione.
EFFETTI
La sezione effetti (AFX) del mixer interno a Goliath HD è basata su una filosofia vintage, perché a parte l’equalizzatore e il compressore standard, tutti gli altri eq e comp sono emulazioni di mostri sacri dell’era vintage. Nella sezione Vintage EQs sono presenti ben 21 equalizzatori, alcuni parametrici altri decisamente meno editabili, ognuno dei quali con un suo timbro e personalità. Nella sezione Vintage Compressors invece si trovano 11 differenti compressori e limiter, ognuno dei quali differisce dagli altri in un modo molto marcato sia come suono che come comportamento. L’utilizzo di questi plug-in è molto semplice, basta selezionare il canale AFX sul quale si vuole inserire un effetto e poi utilizzare i menù a tendina sulla sinistra per creare ed editare la propria catena effetti in modo veloce e intuitivo.
IN PROVA
Antelope Goliath HD è studiato per i professionisti del settore, sia per la qualità audio che per la complessità del suo utilizzo che potrebbe creare non pochi problemi a un principiante. Il numero di I/O e le possibilità di connessione la catapultano tra le poche interfacce audio con connessioni complete, anche se mi sono chiesto come mai non abbiano pensato a inserire uno slot USB o SD per poter registrare in stereo o in multitraccia indipendentemente da una DAW, rendendo così Goliath del tutto autonoma in modalità stand-alone. È una delle pochissime interfacce che vi permettono di registrare una batteria intera senza dover utilizzare preamplificatori esterni, grazie ai suoi 16 ingressi XLR e questo è confortante perché spesso succede di imbattersi in interfacce costose a cui poi vanno aggiunti altrettanti soldi per l’acquisto di preamp esterni: qui la spesa è decisamente alta (siamo attorno ai € 7000 di listino), ma una volta connessa Goliath HD al vostro computer non avrete bisogno praticamente di nient’altro, a meno di non voler fare scelte creative che implichino l’uso di macchinari esterni. Grazie ai quattro input frontali (G1, G2, G3, G4) inoltre potrete dimenticarvi delle D.I. box (altra spesa eliminata, mediamente si parte dagli € 80 in su l’una) e se questo non bastasse le due uscite Reamp eliminano anche il costo di due reamp box (il loro prezzo medio è attorno ai € 150): facendo due conti, è facile capire che Goliath HD comprende nel suo prezzo almeno € 500 di altri prodotti che dovreste poi comperare a parte; per non parlare poi dei plug-in interni, di tipo prettamente vintage, compresi anch’essi nel prodotto e del riverbero Auraverb che diventa utile in un live. Nota dolente riguardo al riverbero: è utilizzabile solo nella finestra Mixer 1 e, a dirla tutta, non suona proprio come mi sarei aspettato. Inoltre, anche se contiene vari preset e algoritmi diversi di room e hall editabili, è possibile utilizzarne solo uno alla volta. Il che significa che non potrete avere allo stesso tempo una room per una batteria e una hall per una voce. Veniamo al suono, la parte alla fine più importante e che giustifica una spesa così alta, perché in commercio esistono anche altre interfacce con un certo numero di I/O e con effetti interni, ma la resa sonora lascia un po’ a desiderare. Antelope va capita, digerita, paragonata ad altri prodotti prima di poterne capire appieno la natura; le sue peculiarità sono la trasparenza, la dinamica, l’elevato numero di I/O e la possibilità di affaticare molto meno la CPU del vostro computer affidando parte del lavoro ai plug-in gestiti dalle schede FPGA interne a Goliath. Per esempio: è possibile mixare tutta la batteria all’interno della DAW e affidare invece chitarre, basso, voci e qualsiasi altro strumento ai plug-in di Antelope, alleggerendo tanto il lavoro a carico del vostro computer. Qui però arriva un’insidia vera e propria, una di quelle cose che se non sono calcolate possono dare problemi seri di fase: mi sono chiesto, alla luce della possibilità di mixare in parallelo sia su DAW che sul mixer interno dell’interfaccia, se non ci fosse il rischio di un qualche minimo ritardo durante un processing parallelo, come una compressione parallela appunto o una qualsiasi situazione dove lo stesso segnale è splittato e poi processato in sedi separate per poi essere rimesso insieme. Dopo attente misurazioni con un’analizzatore di fase, ho trovato conferma al mio sospetto: il ritardo c’è, pochi samples non udibili come un delay, ma sufficienti a creare problemi quando si usano i plug-in Antelope in parallelo con le tracce della DAW, creando un group delay che può essere eliminato solo shiftando la traccia registrata sulla DAW a posteriori. Il problema latenza c’è usando l’interfaccia in parallelo con al DAW, ma in live, usando solo il mixer interno, non ci sono rischi. Per esempio, va benissimo mixare una batteria internamente a Goliath e rientrare poi nella vostra DAW dove invece mixerete tutto il resto. Va bene anche fare la stessa cosa con le chitarre, o con le voci, o con qualsiasi altro strumento. Quello che è sconsigliabile è una compressione parallela di un rullante mandando una porzione di segnale dentro un compressore nella sezione AFX di Goliath per poi farlo tornare nella DAW e rimescolarlo al segnale dry: in tal caso incapperete in problemi di fase. Lo stesso problema si ha in qualsiasi situazione in cui un segnale è sdoppiato e processato in modo parallelo sia internamente alla vostra DAW che nel mixer di Goliath, anche se non ci sono effetti attivi nella sezione AFX. Non è un difetto di Goliath, ma è dovuto ai tempi di routing da e per computer, oltre che dai tempi di computazione dell’FPGA. È sufficiente saperlo per poter lavorare con cognizione di causa.
CONCLUSIONI
Antelope Goliath HD è un’interfaccia professionale con una qualità sonora che sfiora le necessità di uno studio di mastering, estremamente versatile e dotata di così tanti ingressi microfonici che difficilmente avrete bisogno di utilizzare dei preamplificatori esterni, a meno di non voler fare scelte creative molto mirate. L’hardware è ineccepibile, il software di processing da e per la DAW può ancora essere migliorato e, vedendo come lavora Antelope, si può star certi che lo faranno.
PRO
Preamplificatori trasparenti
Conversione A/D
Conversione D/A eccellente sulle uscite monitor Routing
Circuito di Clock
Due uscite reamp
Quattro ingressi instrument (Hi-Z)
16 ingressi XLR
CONTRO
Latenza interna che crea problemi di fase nei processing paralleli tra DAW e interfaccia
Riverbero migliorabile
Assenza di pad e soft limiter
Controllo ridotto da interfaccia
Amp e Cabinet migliorabili
Alcune funzioni non sono spiegate né sul manuale né sul sito
SECONDO NOI
Rapporto qualità/prezzo 8
Componenti 9
Sound 9
Interfaccia 7
L’articolo di Andrea Scansani è pubblicato in collaborazione con www.audiofader.com