Test: Antelope Audio Zen Tour, all in one

Test: Antelope Audio Zen Tour, all in one

A prima vista, non scambiate Zen Tour con una normale interfaccia audio di ridotte dimensioni, connessioni analogiche e digitali e un sistema di routing ed effetti interni di qualità. Basta dare uno sguardo più attento alle connessioni per accorgersi di dotazioni difficili da trovare sul mercato in modelli simili a Zen Tour, per esempio le due connessioni R1 e R2, dedite al reamp delle chitarre, oppure le quattro entrate ad alta impedenza (ma anche di linea) per gli strumenti, o la connessione posteriore a otto canali di tipo DB25 (che fa risparmiare una marea di spazio), così come la doppia uscita monitor e cuffie per avere ben quattro ascolti separati e totalmente indipendenti. E, in ultimo ma non meno importante, due entrate e due uscite ADAT e una connessione S/PDIF, per un totale di 18 in/out digitali.

Hardware

Zen Tour è equipaggiata con componenti di alta qualità, a partire dai pre-amplificatori a bassissima distorsione armonica. Le connessioni sono in numero elevato: otto ingressi analogici, di cui quattro ad alta impedenza/linea per gli strumenti, otto uscite analogiche su DB25, due uscite stereo monitor, due uscite cuffie, due uscite reamp, due I/O ADAT (16 in e 16 out), connessioni S/PDIF e USB a 24 canali (oppure Thunderbolt a 32 canali). In tutto quindi sono disponibili 26 input e 36 output, veramente notevole se consideriamo che si tratta di un'interfaccia poco più grande di un iPad. Il DSP interno a latenza zero permette di utilizzare gli effetti interni con una risposta naturale e praticamente uguale a quella analogica in velocità: questo è dovuto all’uso di un processore FPGA (Field Programmable Gate Array) che, quando si è collegati via Thunderbolt, rende questo sistema uno dei più vicini alla latenza zero ad ora in commercio.

Controllo

Su Zen Tour quasi tutti i controlli relativi ai volumi e ai gain degli ingressi e uscite analogiche sono gestiti attraverso il touch screen o i pulsanti presenti sull'interfaccia stessa. Si ha accesso a tutte le funzioni attraverso l'applicazione Zen Tour Launcher, sia da laptop che da smartphone (in futuro). Il consiglio è di utilizzare Zen Tour con la sua app, anche perché è tutto ben visibile e facile da gestire, anche perché tutti i controlli presenti sull'interfaccia fisica hanno il loro corrispettivo all'interno di Zen Tour Launcher (scaricabile dal sito di Antelope Audio). 

Routing

Il sistema di routing interno di Zen Tour è molto versatile ma, fino a quando non si ha perfettamente chiaro come funziona, è facile perdersi e non capire più cosa stia succedendo e cosa bisogna fare per ottenere ciò che vogliamo. Il principio di base è quello del Click and Drag, ossia bisogna trascinare uno o più canali dalla sezione From (input fisici e virtuali) a quella To (output fisici e virtuali) che ci interessa. Le possibilità sono quasi infinite, come per esempio suonare con uno degli effetti per chitarra mentre lo registriamo su una DAW e nel frattempo mandare tutto sia direttamente nell'impianto che nelle uscite reamp per avere un secondo cabinet fisico. 

Mixer e meter

Il mixer interno di Zen Tour è in grado di gestire 32 canali, completamente assegnabili. Sono disponibili quattro mix separati, uno diverso per ogni finestra di mix. È possibile quindi utilizzare per esempio il Mix1 L/R per fare i livelli per il PA uscendo dalle uscite fisiche Monitor 1,2, usare il Mix2 L/R per le cuffie e i Mix3 e Mix4 L/R per eventuali spie, assegnando la loro uscita stereo ai canali 1-2 e 3-4 dell'uscita Line Out; questo è solo un esempio perché le possibilità sono davvero tante. Su ogni canale sono presenti fader, pan e pulsante di link su tutti i canali dispari, mentre il potenziometro per la mandata al riverbero è presente solo nella finestra Mix1.

Effetti

Gli effetti sono divisi in due macro gruppi: amp/cabinet simulator e i processori (equalizzatori, compressori e riverbero). Ogni effetto è hardware based, ossia in Zen Tour è presente un circuito integrato interno comandato via software che processa interamente il suono senza fare affidamento alla CPU del vostro computer e questo la rende diversissima dai classici effetti DSP. Il sistema FPGA permette una latenza veramente vicina allo zero senza trovarsi a sovraccaricare la CPU, da quanto dichiara Antelope Audio stessa, e ha poco da invidiare alle versioni reali di tali amplificatori.

In prova

Zen Tour racchiude in sé un’estrema versatilità d'uso e una trasparenza sonora sopra la media, così poco colorata che ad alcuni, ad un primo ascolto, può risultare quasi un difetto. Esistono infatti tanti preamplificatori che colorano molto il suono, cosa spesso molto ricercata dai tecnici del suono, così ricercata che quando si incappa in un'interfaccia che di fatto riproduce il suono così com'è alla fonte, la cosa può lasciare un po' delusi. Ecco perché mi sento di consigliare Zen Tour ai chitarristi e a quei gruppi che vogliono in un qualche modo registrare le loro performance senza portarsi dietro decine di kg di attrezzatura. Non essendo colorata, può non essere l'interfaccia ideale per certi tipi di produzione: non aspettatevi di registrare una voce o una chitarra o una batteria con Zen Tour e di sentire il preamplificatore lavorare per tirare fuori quel frizzantino che vi serve per far brillare il suono. Qui la trasparenza è una filosofia. Di sicuro col suo sistema FPGA toglie molto lavoro alla vostra CPU, alleggerendo notevolmente il carico, proprio perché è la sua scheda interna integrata a prendersi cura di buona parte del processing. Inoltre il sistema di routing interno, una volta compreso appieno nelle sue potenzialità, rende possibile la creazione di vari ascolti per monitor, spie, cuffie, mandate ad effetti esterni, reamp. E sul reamp bisogna soffermarsi un attimo di più, perché forse è il vero punto di forza di Zen Tour: tralasciando che troppo spesso ho visto eseguire dei reamp tramite una normale uscita di linea della scheda audio (con conseguenti ronzii, hum e artefatti non proprio belli da sentire), le due uscite R1 e R2 hanno l'impedenza perfetta per entrare nell'input di un amplificatore, cosa che rende meraviglioso poter registrare il suono pulito della vostra chitarra o basso e in seguito eseguire un reamp con qualsiasi modello vogliate farlo, anche più di uno alla volta, in qualsiasi studio o ambiente vogliate farlo, senza fretta e anche all'ultimo secondo. Questa flessibilità può essere la ciliegina sulla torta che fa la differenza. Il riverbero in sé non è nulla di eccezionale ma fa il suo lavoro, soprattutto su voci e chitarre. Purtroppo ne sconsiglio l'uso sulle batterie, perché personalmente l'ho trovato molto riverbero e poco stanza come suono. Gli ampli virtuali sono abbastanza validi, soprattutto nella risposta alla dinamica che è un punto dolente per molti plug-in di questo tipo. Oltre alla dinamica eccellente, il suono è piuttosto carico sulle basse e per questo rimane un po' opaco e leggermente scarico su quelle medie importantissime affinché una chitarra faccia il suo bel lavoro in un mix moderno. Sottolineo però la parola moderno: Antelope Audio non nasconde affatto che queste simulazioni siano decisamente vintage, quindi quel suono di cui parlavo prima farà in realtà la gioia degli amanti delle chitarre anni '60, '70 e aggiungerei anche gli anni '80. In linea di massima questo sound non è da considerarsi un difetto, ma piuttosto una scelta, sia della casa produttrice che di chi prova o compra il prodotto.

Conclusioni

Antelope Zen Tour è la prima interfaccia pensata anche per i chitarristi, che di questi giorni hanno imparato anche ad essere un po' tecnici del suono; la si può utilizzare per decine di scopi diversi, sia in studio che in live e la qualità del suono è notevole, soprattutto ad alte frequenze di campionamento.


PRO

Preamplificatori trasparenti

Conversione AD

Routing

Circuito di Clock

Due uscite reamp

Quattro ingressi Hi-Z

Preamp/cabinet simulator


CONTRO

Riverbero migliorabile

Assenza di pad e soft limiter

Controllo ridotto da touchscreen

Alcune funzioni non sono spiegate sul manuale e sul sito


SECONDO NOI

Rapporto qualità/prezzo 7

Componenti 9

Sound 7,5

Interfaccia 6,5


L’articolo di Andrea Scansani è pubblicato in collaborazione con www.audiofader.com