In questo numero affrontiamo una delle tematiche cruciali, nonché la più sottovalutata secondo il parere di chi scrive, che riguarda il mondo della produzione: il workflow.
Si tratta del cosiddetto "flusso di lavoro", cioè di uno di quei processi, o insieme di processi, talmente riconducibile alla sfera personale ed esperienziale che, andare a definire delle regole valide per tutti risulta impossibile. Tuttavia, cercherò in questo spazio di andare a definire alcuni punti focali, che possono consentire a chiunque di sviluppare il proprio personale processo in maniera del tutto autonoma e fornendo consigli su come ottimizzarlo per massimizzare la produttività e stimolare la creatività.
Un workflow ben strutturato consente di definire le fasi chiave della produzione musicale, come la pre-produzione, la registrazione, il missaggio e il mastering. Identificare queste fasi e stabilire un flusso di lavoro chiaro e coerente aiuta a evitare confusione e disorganizzazione, garantendo che ogni passaggio sia affrontato in modo sistematico. Inoltre, svolge un ruolo cruciale per garantire efficienza, organizzazione e creatività in quanto, il modo in cui gli artisti e i professionisti del settore organizzano il proprio lavoro e gestiscono il flusso di produzione può influire notevolmente sulla qualità del risultato finale.
Mi piace pensare infatti al workflow come a uno strumento musicale personalizzabile, un grande framework al cui interno ci andiamo a inserire: gestione del tempo, utilizzo delle risorse (strumenti di lavoro, DAW, plugin), preparazione delle sessioni, delle revisioni e della finalizzazione.
Provo quindi a riassumere nei 5 consigli che seguono, quelli che sono stati i principali punti che mi hanno aiutato nel ricercare e sviluppare il mio personale flow e di metterlo a punto, in particolare durante le fasi di recording e mixing.
5 Consigli
1. Formazione
Un leitmotiv ricorrente di questa rubrica è sicuramente la formazione. Stavolta però non si tratta di studiare su dei libri di testo o frequentare accademie o università (che comunque consiglio come base di partenza a chiunque), ma di cercare di acquisire quanto possibile, spesso emulando, il workflow di chi ha più esperienza di noi. In particolare, consiglio di frequentare masterclass o corsi in cui producer (più o meno noti) mettono in luce i progetti “aperti” delle loro DAW per mostrare trucchi e segreti del mestiere da poter riprodurre o riutilizzare.
2. Utilizzare strumenti e software appropriati
L’adozione di strumenti e software appositamente progettati per la produzione musicale può semplificare notevolmente il workflow. L’utilizzo degli opportuni plugin, sintetizzatori virtuali e campionatori consente un’elaborazione più rapida e precisa dei suoni, riducendo il tempo speso su compiti ripetitivi e consentendo una maggiore concentrazione sulla creatività musicale. Molti di questi strumenti sono a pagamento, ma al giorno d’oggi si trovano tantissimi software gratuiti validi.
3. Organizzare i file e le risorse
Una corretta organizzazione dei file e delle risorse è fondamentale per un efficace workflow. Utilizzare una struttura di file ricorrente, etichettare correttamente le tracce e archiviare i campioni e le librerie sonore in modo ordinato permette di accedere rapidamente ai materiali necessari e riduce il tempo speso nella ricerca. Consiglio quindi di gestire tramite gerarchie piramidali, appropriati filenames e con una struttura precisa le cartelle, i progetti e tutti i file associati all’interno.
4. Utilizza dei template
Una risorsa fondamentale da affiancare a quanto detto al punto 3 di questo elenco è invece l’utilizzo di template per evitare la sindrome da foglio bianco, ovvero quella sensazione di dover ripartire ogni volta da zero quando avviamo la nostra DAW. Creare dei template significa, prima ancora di iniziare a registrare, di consentirci di preparare la sessione con una base “pronta all’uso” con all’interno i nostri plugin preferiti caricati, un certo numero di tracce, tracce ausiliarie e gruppi predisposti e il routing pre-impostato.
5. Sperimentare e trovare il proprio flusso di lavoro
Ogni musicista o produttore ha esigenze e preferenze diverse. Infatti è sempre un’ottima cosa partire emulando o ispirandosi ad altri professionisti, ma è altrettanto importante sperimentare con diversi approcci. Adattare il proprio flusso di lavoro alle proprie esigenze e stile di produzione può aumentare la comodità e la creatività, consentendo di ottenere risultati musicali più soddisfacenti.
In sintesi, il workflow svolge un ruolo fondamentale nella produzione musicale. Un buon flusso di lavoro permette di ottimizzare il tempo, ridurre lo stress e stimolare la creatività. Investire tempo nell’organizzazione, nell’adozione di strumenti appropriati e di passaggi e procedure “obbligati” può fare la differenza tra una produzione musicale ordinaria e una straordinaria.