A cura di Note Legali
Forse qualcuno di voi ricorderà, qualche hanno fa, di avere ricevuto alcune e-mail di stampo “terroristico” della serie: “In Europa pericolo censura” o “I video che ami potrebbero non essere più disponibili”. Faceva parte della battaglia lobbistica di Google per non fare passare la cosiddetta “Direttiva Copyright”. Norma che, invece, è stata approvata e introdotta, lo scorso autunno nel nostro Paese, senza che le tante paventate situazioni catastrofiche si verificassero. Vediamo allora che cosa è cambiato per noi musicisti.
Le norme introdotte con l’adeguamento della Direttiva Copyright in Italia sono ancora più ampie e generose di quanto fosse strettamente necessario e rappresentano per il futuro dei creativi una pietra miliare dei propri diritti contrattuali e digitali. Una novità spicca: compensi proporzionali per tutti!
Sinora l’attività discografica ha previsto compensi proporzionali (royalty) per gli artisti primari (di copertina, per capirci) e gli artisti comprimari (cosiddetti turnisti). Con le nuove norme, gli artisti interpreti esecutori hanno diritto a percepire dal soggetto con cui hanno perfezionato il contratto una remunerazione ulteriore (rispetto a quella prevista in relazione alle prestazioni rese) adeguata e proporzionata ai ricavi (e non agli utili quindi su ogni euro incassato dal produttore) che derivano dallo sfruttamento della registrazione cui hanno preso parte. Quindi, hanno diritto di percepire tale remunerazione non solo quegli artisti che hanno contrattualmente pattuito un compenso a forfait, ma anche quegli artisti che hanno concordato una remunerazione proporzionata ai ricavi ma “sproporzionatamente bassa rispetto ai proventi originati nel tempo”.
Un esempio per capirci: Il Produttore A ha fissato su fonogramma l’esecuzione musicale del brano X eseguito dagli Artisti B e C. L’Artista B, primario, è stato remunerato con il riconoscimento di una royalty, ma sproporzionatamente più bassa rispetto ai ricavi ottenuti dal brano X e tale royalty non gli è riconosciuta in alcuni utilizzi. L’Artista C, invece, è stato pagato a forfait, senza il riconoscimento di alcuna royalty. Ora, gli Artisti B e C hanno diritto rispettivamente all’adeguamento e all’estensione della royalty (B) e al riconoscimento di una remunerazione adeguata e proporzionata ai ricavi ottenuti dal produttore A (C). Quanto sopra, inoltre, vale anche per ogni incasso che il produttore oggi ha e per il quale non vi sono riconoscimenti agli artisti (per esempio licenze alle emittenti per conservare copia delle registrazioni, sincronizzazioni, ecc.).
La remunerazione di cui trattasi può essere direttamente rinegoziata o definita dall’artista. Tuttavia (e per fortuna!) la legge consente alle Collecting con apposito mandato di concordare tale ulteriore remunerazione. Ci vorrà ancora un annetto per poter vedere gli effetti di questi cambiamenti (e i relativi incassi), ma si è imboccata una strada dalla quale non si torna più indietro! Evviva!
Andrea Marco Ricci, avvocato, Presidente di Note Legali