di Simone Solidoro
La rubrica Marketing Riff è giunta solo al suo terzo appuntamento e gli ingredienti gettati nel grande calderone della comunicazione sono già tanti. Non avendo le capacità di sceneggiatura di Vince Gilligan (a proposito, stai vedendo Better Call Saul? Ci torneremo tra pochissimo), evito di portare avanti troppe trame narrative contemporaneamente e riprendo un tema lasciato in sospeso nel primo articolo: la percezione.
Cosa accade nel nostro cervello quando ascoltiamo musica?
Ascoltare musica è un po’ come assumere droga psicoattiva. Ok, detta così, suona un po’ forte, ma non siamo così lontani dalla realtà. So già cosa stai pensando… Sì, probabilmente è il motivo per cui non riesci a interrompere il loop di riproduzione continua di quel nuovo brano che ti fa impazzire tanto.
Ecco, per “impazzire tanto”, parliamo di un reale e scientifico rilascio di dopamina nel cervello, che influisce sui nostri movimenti, sulla capacità di attenzione e di apprendimento, su molte funzioni cognitive, sulla sensazione di piacere e sul sonno. In breve, la musica genera emozioni. Ma il bello viene adesso: le emozioni non sono uguali per ogni essere umano. Sono filtrate dalla propria percezione.
Il mondo, del resto, non è davvero colorato.
Siamo noi (o meglio il nostro cervello) che lo vediamo così, interpretando una certa frequenza riflessa su una superficie, in un determinato ambiente. E così come non tutti vedono lo stesso colore allo stesso modo, ognuno percepisce a proprio modo la musica. Non a caso, parliamo anche qui di frequenze.
Quindi, le emozioni che la tua musica è capace di generare in te non saranno valide (quasi) per nessun altro. Potrà esserci chi avrà emozioni del tutto contrastanti, o chi addirittura più intense e positive delle tue. Perché siamo tutti creatori di significati unici. Deal with it.
Fake it till you make it
Se non conosci Saul Goodman (de gustibus), il protagonista della serie antologica Better Call Saul, sono certo che seguirai il mio ragionamento ugualmente. Se sei un fan, non preoccuparti, anche se la serie è terminata non farò spoiler. Tralasciando in questa sede le sue azioni ai limiti e spesso oltre la legalità e la sua innata passione per le truffe, un aspetto di Saul è encomiabile: la sua attitudine.
Un’attitudine capace di far pendere tutti dalle sue labbra, trascinando ogni interlocutore nel suo modo di vedere la realtà. Chi ha visto la serie, confermerà… perché è tutta una questione di percezione.
Cercando di applicare questo concetto in un progetto musicale - direi un’idea più felice delle truffe, non me ne voglia il buon Saul - quello che devi fare non è altro che iniziare a comportarti come se avessi già raggiunto il tuo obiettivo. Ma attenzione, non vuol dire peccare di umiltà, anzi. Vuol dire visualizzare un chiaro obiettivo e orientare ogni tua azione verso di esso. Si tratta di una iniezione di fiducia, costanza e dedizione.
Insomma, fake it till you make it, fai un po’ finta, fino a che non diventi veramente chi vuoi essere. Mostra dimestichezza, competenza e ottimismo in qualcosa e stimolerai lo sviluppo di quelle qualità nel corso della vita. E questo deve trasparire innanzitutto da ciò che comunichi.
Ma adesso che il giusto mindset c’è, cosa fare per migliorare la percezione del tuo progetto? Inizia col seguire questi...
5 Fioretti per migliorare (nel concreto) la tua comunicazione
1. Trova la tua voce unica – La madre di tutti i consigli, valido anche per la musica che si produce: differenziati sul mercato. Per costruire una comunicazione efficace, prima di parlare di forma e di budget, serve la sostanza. E non una sostanza come le altre, deve essere unica. Trova un segno distintivo, un claim, un’emoticon, uno stile fotografico o un particolare modo di comunicare per essere immediatamente riconoscibile e non più una goccia d’acqua nell’oceano del panorama musicale.
2. Bada alle emozioni – Come dicevo prima, le persone non vogliono semplicemente ascoltare musica, vogliono provare determinate emozioni attraverso la musica. Individua quelle che il tuo sound è capace di rievocare, e concentra tutta la tua comunicazione su di esse. Immagina un video che ritrae artisti di strada e skater esprimere se stessi, mentre hanno in cuffia il tuo nuovo singolo punk rock. Non stai promuovendo l’uscita del tuo nuovo brano, ma l’uso concreto dello stesso.
3. Non comunicare, racconta – Nel comunicare sui social si incorre sovente nella “sindrome da telecronista”. Si descrive quasi dall’esterno ciò che accade, simulando istintivamente i titoloni da prima pagina per conferire importanza alla news. Quella che otteniamo è una comunicazione unidirezionale e non un dialogo. Fai trasparire le tue reali emozioni, sempre. Se non trovi le parole e stai urlando dalla gioia per una novità che cambierà la tua carriera, perché non farlo anche sui Social con un “AAAAAAAAH!”?
4.Apri le porte del tuo mondo – Parlavamo di dialogo. Sì, perché una delle regole auree per una corretta comunicazione è quella di coinvolgere il tuo pubblico. Più mostri il tuo mondo fatto di alti e bassi, prove e dietro le quinte, tentativi falliti e riusciti, pensieri e azioni quotidiane (anche non esclusivamente nel campo musicale), più costruirai una fanbase fidelizzata. Non scordarti, dunque, di mostrare apertura nel chiedere opinioni e raccogliere commenti da chi ti segue.
5.Reel everywhere – Aprendo almeno una volta Instagram negli ultimi mesi, avrai notato un repentino adeguamento a TikTok. Per quanto possa sembrarti lontano da ciò che sei e da come comunichi, è oggettivamente ciò che – a oggi – le persone vogliono vedere su un Social, e dobbiamo accettarlo. Ma, a pensarci bene, per chi fa musica è un’occasione unica. Immagina 30-40 secondi di un tuo brano, che esprimono una determinata azione o emozione, diventare base per la produzione di Reel di altri utenti. I risultati potrebbero stupirti.