Bentornati nel nostro consueto angolo dedicato al marketing e alla comunicazione chiamato Marketing Riff, nel quale potrai sempre trovare consigli e strategie utili ad emergere nel mare magnum del mercato discografico.
Il marketing è un mondo che vive in perenne contraddizione tra teoria e pratica; formule e creatività; dati e istinto; realtà e percezione. Non a caso, nel numero precedente ho toccato proprio il tema della percezione (che ti invito a recuperare, se non lo hai già letto!) per raccontare come sfruttare a proprio vantaggio la soggettività con cui ognuno di noi interpreta la realtà.
Ma adesso ritorniamo con i piedi per terra e proviamo a dare un po’ di concretezza al marketing mix del tuo progetto. Riprendendo un mantra del marketing… content is king! Perché per sperare nell’efficacia di qualsiasi strategia di sponsorizzazione, dobbiamo prima avere un contenuto attrattivo e valido. Certo, parlo soprattutto della tua musica… ma non solo. In questo articolo, scoprirai perché un NFT musicale può cambiarti la vita.
Spieghiamo cosa è un NFT senza troppi termini difficili
Comprendere il funzionamento della tecnologia blockchain aiuterebbe senz’altro a capire cosa sia un NFT, ma non è obbligatorio. Per semplificare, potremmo descriverlo come un gettone che permette di certificare il possesso unico di qualsiasi cosa sia digitale: una foto, un’illustrazione, un meme o contenuti come (per l’appunto) musica in vari formati, biglietti di concerti virtuali e molto altro ancora.
Il suo nome sta proprio per “Non Fungible Token” che, traslando la definizione economica di bene infungibile, indica ciò che non può essere indifferentemente sostituito con altro. Un NFT può essere acquistato, venduto, scambiato, collezionato come un’opera d’arte, proprio perché non può essere modificato o duplicato. Come è possibile garantire una cosa del genere? È qui che scende in campo la tecnologia blockchain (in questo caso di Ethereum, principalmente), ma in questa sede non ci interessa approfondire il come, bensì il perché.
Aggiungere "scarsità" e "collezionismo" alla tua musica è sempre un bene
La scarsità è una delle leve di marketing più efficaci di sempre. Hai presente quando stai acquistando un prodotto su un eCommerce e leggi un disclaimer del tipo: “solo 2 pezzi in magazzino, affrettati!”. Ecco, questa è la scarsità. Gli NFT, finalmente, mettono a tua disposizione questa leva. Immagina di “tokenizzare” il tuo nuovo singolo, creando una limited edition di 100 illustrazioni uniche, ognuna di esse abbinata al singolo. Solo 100 dei tuoi fan potranno aggiudicarsi una copia certificata del tuo nuovo singolo. Una scarcity maggiore, giustifica sempre un prezzo più alto. Una logica, che sposa anche un altro intramontabile trend: il collezionismo. Lo stesso che fa schizzare il prezzo a diverse migliaia di euro di vecchie carte da gioco dei Pokémon, per intenderci.
Dal momento che la blockchain è in grado di verificare e provare in modo immutabile nel tempo i dettagli di ogni transazione successiva di ogni NFT creato e venduto da un’artista, questo può scegliere di impostare un interesse, poniamo del 10%, su ogni successiva vendita dell’opera; o, piuttosto, un NFT può essere codificato per consentire il guadagno di royalty al creatore.
Insomma, grazie agli NFT puoi davvero vendere contenuti premium da collezione direttamente ai tuoi fan. E qui, secondo me, arriva il bello: gli NFT impongono la ricerca di commistioni con altre arti (l’esempio più facile, non a caso quello più inflazionato, è proprio quello delle illustrazioni uniche, ma il limite è solo la tua fantasia).
Tutto molto bello, ma riesco già a percepire le tue sacrosante perplessità. Provo a rispondere e, come sempre, a offrirti spunti utili da applicare nella tua realtà.
5 Miti da sfatare sugli NFT
1. Funzionano solo per chi è già famoso! – Non siamo ipocriti. Grimes ha guadagnato 6 milioni nel 2021 con una collezione chiamata WarNymph, non grazie agli NFT in sé. Era già un personaggio con una fanbase globale affermata. Se sei un’artista emergente devi approcciare gli NFT come leva di marketing innovativa e notiziabile per creare un legame più forte con i tuoi fan.
2. Un’immagine sul Web non potrà mai essere “unica”! – Cosa mi impedisce di fare uno screenshot di un’opera digitale NFT di un’altra persona e usarla come fosse mia? Nulla. E questo apre a due riflessioni fondamentali: con un NFT non stai vendendo semplicemente un’illustrazione, ma un senso di appartenenza alla tua realtà; includere esperienze offline all’acquisto di un NFT diventa sempre più essenziale.
3. Creare un NFT mi sembra troppo complicato! – Nell’epoca della conoscenza diffusa in cui viviamo, questa non può più essere una scusa. Come ho detto in apertura dell’articolo, non serve saper progettare una blockchain per trarne i vantaggi. Per darti due dritte: crea in pochi passi un wallet su MetaMask (essenziale per le transazioni) e offri sul mercato il tuo NFT sul marketplace OpenSea. Giusto per citarne due!
4. Gli NFT sono solo una bolla speculativa! – No. Gli NFT non sono più catalogabili come una moda. Per darti un dato, nell’ultimo anno, il numero di wallet che ha detenuto almeno un NFT è raddoppiato, passando da 3 a 6 milioni. Questa tecnologia, poi, sembra fatta appositamente per restituire alla musica il suo status da opera d’arte unica, che proprio il digitale stava minando.
5. Un ennesimo strumento digitale, non ne ho bisogno! – Come anticipato, questo universo è interessante più per le sue opportunità offline, che online. I fan cercano sempre più esperienze esclusive. Perché non collegare un NFT ad un’esperienza in studio di registrazione, una cena, un invito backstage a un tuo concerto… insomma: una nuova occasione per vivere esperienze dirette con i tuoi fan.